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Inter, Zanetti: “Lukaku? Nessuno è più grande del club. Su Lautaro…”

Daniele Triolo Redattore 

Javier Zanetti, vicepresidente dell'Inter, ha parlato dell'attaccante Romelu Lukaku e non soltanto ai microfoni de 'La Gazzetta dello Sport'

Javier Zanetti, vicepresidente dell'Inter, ha parlato dell'attaccante Romelu Lukaku e non soltanto ai microfoni de 'La Gazzetta dello Sport'. Ecco, dunque, le dichiarazioni più interessanti dell'argentino al quotidiano sportivo.

Sui suoi primi 50 anni: «Di questi 50 anni, 28 li ho passati in Italia, nell’Inter, e questo è un privilegio. Sono un padre e un professionista felice, anche per la riconoscenza della gente. Non parlo del tifoso interista, ma anche di quello avversario».

Su che fase della vita inizia ora: «Una fase in cui lavoro ancora in squadra e per la squadra, come sempre. Chi pensa “che sta facendo Zanetti?”, sappia che sono dietro le quinte. Cerco di essere utile perché le cose funzionino. Sono una risorsa: il corporate, il mister, la parte sportiva: tutti sanno che ci sono quando serve. Anche per i progetti sociali nel mio ruolo in UEFA e FIFA, sempre pensando alla crescita del club. E provo a migliorarmi: per continuare una carriera bisogna prepararsi, imparare. In un certo senso allenarsi e... faticare».

Su cosa è mancato all'Inter nella finale di Istanbul contro il Manchester City: «Mi aspettavo una finale così, giocata alla pari e con coraggio. Le occasioni sfruttate e un po’ di fortuna, ecco cosa è mancato, ma siamo fieri di noi».


Su cosa rivede in Simone Inzaghi dei tecnici che ha avuto lui in nerazzurro: «La sua caratteristica principale è la tranquillità, la serenità nei momenti difficili. La forza di non dubitare del lavoro, di insistere: questa calma che hanno i forti l’aveva Gigi Simoni».

Su Lautaro Martínez nuovo capitano dell'Inter: «Ha fatto i passi giusti, con umiltà: sono felice per il cammino di Lautaro. Deve confermare la leadership con ancora più responsabilità, ma ha senso d’appartenenza e sa dare l’esempio. Questo fa un capitano, far parlare i fatti davanti ai compagni».

Su Romelu Lukaku e il voltafaccia all'Inter: «Per ciò che l’Inter ha fatto per lui ci aspettavamo un altro tipo di comportamento. Come professionista e uomo. Lui ha diritto di andare dove vuole, ci mancherebbe, bastava solo dirlo per tempo. Nessuno, però, è più grande del club e nel costruire una squadra devi sempre considerare chi metti in spogliatoio».

Sul giocatore più forte contro cui ha giocato: «Zinedine Zidane: era unico, ti nascondeva la palla, con l’intelligenza, la classe, il fisico».

Sul giocatore più sottovalutato o più incompreso con cui ha giocato: «Álvaro Recoba non ha espresso la sua grandezza. Andrea Pirlo è stato grande altrove, ma solo perché non era qui nel momento giusto».

Sul giocatore più simpatico con cui ha giocato: «Maicon, uno spasso incredibile, e Taribo West che una volta sparì. Era in Nigeria a sposarsi e dopo le nozze doveva passare un po’ di tempo a casa ...».

Sull'identità Inter: «È un senso di famiglia che ho respirato dal primo giorno. Una famiglia resiliente nelle difficoltà, che si rialza insieme».

Sull'identità della sua famiglia: «I miei figli erano vestiti di azzurro dopo Italia-Svezia nel 2017: piangevano per il Mondiale perso. A Doha, invece, erano tutti Albiceleste: piangevano al pari della Francia, e poi abbiamo pianto insieme di gioia. Questa doppia identità è bellissima».

Su dove si vede da vecchio: «Mi vedo attivo, sempre pronto a dare tutto per l’Inter. Perché per me l’Inter ci sarà sempre. Anche se non dovessi avere un ruolo o stare fuori dal club, non posso togliermi questi colori». Milan, c'è una novità sul nuovo centrocampista >>>