Luka Jović è tornato a far parlare di sé in maglia serba con una prestazione brillante nella vittoria sull’Austria. L’attaccante rossonero, spesso ai margini sia in nazionale che nel club, ha sfruttato al massimo la chance concessagli, mostrando tutto il suo valore in campo. E ora, con gli Europei alle porte, chiede spazio. Ma senza alzare la voce. Lo fa col suo stile: schietto, diretto, sincero. In un'intervista rilasciata ai microfoni di Mozzartsport, Luka Jovic ha parlato di vari temi. Ecco, di seguito, le sue parole


INTERVISTE
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—Sulla Nazionale: “Beh, sono molto contento di aver sfruttato le occasioni che ho avuto, perché quest’anno non ne ho avute molte. Per quanto riguarda la nazionale, sono felice che siamo rimasti nella Lega A di Nations League, che avremo la possibilità di confrontarci ancora con le squadre migliori. Era molto importante anche per la fiducia. Come sapete, la squadra si è ringiovanita. Ci sono tanti nuovi ragazzi che devono abituarsi a indossare la maglia della Serbia, a sentire la pressione, perché è tutta un’altra cosa rispetto al club.
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“Mi prendo sempre gioco di Pavlović, gli dico: ‘Una volta il gioco era a nostro favore, ora lo è per voi’. Le cose sono cambiate. E penso che molti lo vedano. La differenza tra la qualità della nazionale di due anni fa e quella di oggi è enorme. Ma ciò che ci contraddistingue adesso è la lotta e la voglia su ogni palla. Ci aiutiamo a vicenda in campo il più possibile, siamo pronti a ‘morire’ uno per l’altro, come si dice. Prima ci affidavamo più al talento individuale e dicevamo: ‘Pazienza se prendiamo tre gol, tanto ne segniamo quattro’. Ora invece il pensiero è: ‘Non subiamo gol, cerchiamo di segnarne uno’. E come vedete, questo ci porta risultati. Abbiamo una nuova energia con i giovani giocatori, è importante continuare su questa strada. Anche se il gioco non è spettacolare e non tutti lo trovano piacevole, ci sta portando risultati. E alla fine, è la cosa più importante.”
Sulla partita contro l'Austria, la migliore?
"Non saprei… Per quanto riguarda la nazionale e le mie prestazioni, credo di non aver mai avuto la possibilità di giocare da titolare con continuità. Io e Pavika giochiamo insieme da anni e lui sa che è così. E non ho mai fatto problemi a riguardo. Ho sempre rispettato ogni convocazione, sono sempre stato presente. Riguardo alle partite migliori, tornerei un po’ indietro: ci sono stati gol importanti, contro la Scozia, la Slovenia agli Europei, il gol vittoria in Svezia… Quindi non direi che questa sia stata la mia migliore partita in nazionale, ma sono contento di aver aiutato la squadra in un momento difficile, che per me era ancora più difficile perché non giocavo nel club. Ma avevo tanta voglia, non giocavo da tempo, e alla fine è andata benissimo.”
Sulla scarsa continuità nei club:
“No, semplicemente non giocavo nei club. C’erano Mitro (Aleksandar Mitrović, n.d.r.), miglior marcatore della nazionale, e Duci (Dušan Vlahović), che gioca nella Juventus. E penso che la gente lo sottovaluti. Io ero al Real Madrid, ma non giocavo perché davanti a me c’era il miglior giocatore del mondo in quel momento. E si discute sempre se debba essere convocato o meno. Quindi, ogni volta che ho l’opportunità, do il massimo. So che la concorrenza è forte, Duci e Mitro sono fantastici. Cerco di aiutarli il più possibile. Non mi sognerei mai di creare problemi se non gioco. Sono felice e onorato di essere parte della nazionale. E spero che ci saranno più occasioni in futuro.”
Sul contratto con il Milan: «Il mio contratto scade in estate, sono aperto a tutte le opzioni. Voglio solo giocare. Penso che avrei meritato più minuti in campo in questa stagione».
Sulla fiorentina: "Preferisco giocare con due attaccanti, così posso essere la punta arretrata, quella con più libertà di movimento, che può muoversi senza troppi vincoli. Non ho il fisico per giocare da solo in attacco, per ripetere certe prestazioni partita dopo partita. Semplicemente, non sono quel tipo di giocatore. Posso attaccare lo spazio cinque volte in una gara, ma non posso farlo venticinque. Ed è proprio questo che, per esempio, mi ha creato problemi alla Fiorentina. Alla fine ho chiuso con loro dopo la sconfitta contro la Stella Rossa.
Il problema è nato dopo quell'amichevole (26 luglio 2023). Noi siamo arrivati a Belgrado alle sei del mattino, il giorno prima della partita: ci siamo svegliati, abbiamo viaggiato, abbiamo fatto l'allenamento… e alla fine, dopo mezz’ora, stavamo già perdendo 5-0. Il problema è stato che a fine gara sono andato nello spogliatoio della Stella Rossa e che ridevo!? Dopo quella partita, è successo che alcuni giocatori hanno ricevuto chiamate dai propri agenti – i quali a loro volta erano stati contattati dai dirigenti del club – per dirgli di non frequentarmi più, perché io non ero una persona positiva, perché non pensavo alla squadra, perché ero contento che avevamo perso 5-0… tutte cose completamente senza senso".
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