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Gianluca Zambrotta, ex difensore di Juventus e Milan (Getty Images)
Gianluca Zambrotta, ex giocatore di Juventus e Milan, ha rilasciato un'intervista alla Gazzetta dello Sport. Zambrotta ha parlato ovviamente Juventus-Milan, gara che si giocherà domenica sera: "È una partita fondamentale per entrambe le squadre, anche perché dietro ci sono Napoli e Lazio che spingono e che oltretutto hanno un calendario più abbordabile. A quattro giornate dalla fine è una partita che delineerà la zona Champions. Diciamo che chi dovesse perdere non è spacciato del tutto, perché ci saranno ancora tre partite, ma chi vince ha ottime possibilità di chiudere nei primi quattro posti”.
In quale zona del campo si potrebbe decidere la partita?
“Ci sono sfide bellissime sulle fasce, con Cuadrado ed Hernandez, e con il ritorno dal primo minuto di Chiesa e di Calabria. Nella Juve in difesa uno fra Chiellini, Bonucci e De Ligt rimarrà fuori, ma mi piace molto l’idea di uno scontro Chiellini-Ibra, che mi riporta a vecchi duelli del passato”.
Lei che è stato un uomo di fascia e di spinta, quanto la incuriosisce la sfida della velocità Cuadrado-Hernandez?
“Una sfida davvero molto interessante e intrigante. Theo ha iniziato benissimo la stagione, poi è un po’ calato. Cuadrado ha avuto qualche infortunio, ma quando è rientrato ha fatto la differenza, soprattutto grazie a una gran quantità di assist. Un bel duello non solo per la velocità, ma anche per la tecnica. Non sono giocatori che sanno soltanto correre”.
C’è qualcuno in cui si rivede maggiormente?
“Non mi piace molto fare questi paragoni. Diciamo che Cuadrado è un giocatore universale: destra, sinistra, davanti e dietro, sa fare tutto. Una grande duttilità tattica. Chiaramente lui rispetto a me è più offensivo e più decisivo in termini di assist”.
Chiesa all’andata fece molto male al Milan: quali possono essere le contromisure rossonere?
“Lungo la stagione è stato decisivo varie volte, ora per fortuna della Juve è recuperato. Ha una grande forza fisica e altrettanto grandi margini di miglioramento. E, cosa più importante, ha tanta voglia di migliorare. Un giocatore molto duttile anche lui, può stare a sinistra come a destra. In teoria si troverà davanti Calabria, un bello scontro, affascinante. Il Milan dovrà cercare di bloccare le sue iniziative sul nascere”.
Parliamo di difesa e di difensori. La Juve per esempio, tra Europa e campionato, prende gol da undici partite di fila.
“Sì, ma se guardiamo i dati generali, la Juve ha la seconda miglior difesa del torneo dietro all’Inter che è campione d’Italia. Quindi non credo che abbiano difficoltà da un punto di vista difensivo. Ecco, magari se si va a rivedere qualche gol preso, per esempio a Udine, c’è stata disattenzione. Alcune reti erano senz’altro evitabili”.
A proposito di BBC: Bonucci secondo lei fece un errore ad andare al Milan?
“Non si può giudicare senza conoscere i pensieri di una persona, le scelte vanno rispettate. Se in quel momento ha deciso di andare al Milan, evidentemente si sentiva di lasciare la Juve e provare nuove esperienze. Se poi è tornato, immagino possa aver fatto un ragionamento di carattere familiare”.
In casa rossonera Romagnoli negli ultimi mesi è diventato un caso: fuori per scelta tecnica e nuvole sul futuro. Come può finire?
“Secondo me è assolutamente da rinnovare. La coppia Kjaer-Tomori ha fatto bene fino a un certo punto, poi è incappata in un momento di difficoltà e Alessio è rientrato in gioco. Ha un Europeo alle porte dove vuole essere un punto fermo per Mancini, ha la Champions in ballo col Milan e un contratto in scadenza il prossimo anno, quindi a mio parere ha una gran voglia di essere un pilastro di questo club. Io cercherei di tenerlo”.
Intanto i tifosi milanisti chiedono a gran voce il riscatto di Tomori.
“Con un Milan in Champions è un giocatore da tenere, da riscattare assolutamente. Senza Champions cambierebbero tanti scenari, e non vale solo per Tomori”.
Calabria è indiscutibilmente da Nazionale: lo vorrebbe vedere all’Europeo?
“Sì, mi piacerebbe molto. Negli anni passati è stato un po’ sottotono, è andato incontro a critiche e quindi mi fa piacere che si sia ritagliato un posto da titolare. Per la personalità acquisita e per ciò che sta facendo vedere, merita un posto in Nazionale e all’Europeo”.
Donnarumma invece è di nuovo nella bufera: con quale spirito può scendere in campo a Torino?
“Con lo spirito di un giocatore che vuole fare il suo lavoro, che ha voglia di far vedere che è il portiere del Milan e della Nazionale. Scenderà in campo con l’approccio giusto, non ho dubbi. Poi, è chiaro, stiamo parlando di una situazione che non può farlo restare sereno al cento per cento. In generale, aiuta indubbiamente il fatto che non ci sia il pubblico. Immagino un San Siro pieno, con i tifosi che magari gli vanno contro, non sarebbe il massimo. Lui però deve cercare di trovare il prima possibile la direzione giusta. Per me deve restare, perché col Milan ha trovato la Nazionale ed è arrivato a essere uno dei migliori portieri a livello europeo. Quindi è giusto che resti. È ancora giovane, ha tutto il tempo per fare altre esperienze”.
Missione da cento milioni: provi a indovinare l’uomo del match da una parte e dall’altra.
“Troppo facile dire Ibra e Ronaldo. Quindi dico Cuadrado e Theo, giusto per restare sul mio ruolo (risata, ndr)”.
Ma secondo lei è vero che il Milan avrebbe meno da perdere rispetto alla Juve se restasse fuori dalla Champions?
“Per la Juve è questione legata molto all’allenatore. La società ha detto che con la Champions Pirlo resterà, a meno che Paratici non si rimangi la parola. Non dovessero andarci, occorrerebbe rivedere i programmi, non solo per l’allenatore ma anche sotto l’aspetto societario. Si aprirebbero mille scenari. Il Milan era primo fino a poco tempo fa, ha addirittura creduto di potersi giocare lo scudetto e quindi si trova in una situazione meno stressante, perché all’inizio non era partito con quell’obiettivo. L’obiettivo era almeno il quarto posto. Quindi sì, fra le due quella che ha maggiormente da perdere è la Juve”.
A proposito di Pirlo: col senno del poi si può dire che è stato un azzardo?
“Direi di no perché Andrea non ha avuto tempo per provare, non conosceva il gruppo a sua disposizione. Infatti non ha ancora trovato un’identità precisa di squadra proprio per questo motivo. E la società sapeva a cosa andava incontro quando lo ha preso, con relative difficoltà. Quindi non si può parlare di azzardo, ma di grande sfida”.
Mentre sull’altra panchina Pioli di questi tempi viene messo in discussione nonostante ciò che ha fatto nell’ultimo anno.
“Suona assolutamente strano, non sono per nulla d’accordo con questa corrente di pensiero. Pioli ha valorizzato una squadra intera, a partire dai giovani, ha fatto un grandissimo lavoro e non è giusto che venga messo in discussione”.
Ronaldo e Ibrahimovic: è più importante CR7 per la Juve o Zlatan per il Milan?
“Direi che hanno la stessa importanza. Ibra è decisivo, in campo e per la crescita dei compagni. Per quanto riguarda Ronaldo... mi fa ridere chi lo discute. Pur avendo anche lui la sua età, è una leggenda del calcio mondiale, è il capocannoniere del campionato, può fare la differenza in qualsiasi partita e in qualsiasi momento. Che cosa vogliamo discutere?”.
Ma lei da difensore chi avresti temuto di più fra i due?
“Fra Ibra e Cristiano? Dico... Cuadrado. Parlo da uomo di fascia ovviamente. Sono quei giocatori che in un modo o nell’altro ti mettono in difficoltà, non sai da che parte possono andare, hanno mille modi di gestire il pallone e non riesci a inquadrarli. Comunque, per quanto riguarda Ronaldo mi ricordo che quando lo affrontavo al Barça contro lo United gli facevo una pressione e una marcatura molto strette, cercavo di non farlo partire e non fargli prendere palla. La tattica era quella. Ibra me lo ricordo bene in allenamento: stargli vicino non è la cosa migliore perché fisicamente ti ammazza. Occorre fermarlo in altri modi, se la butti sul fisico, ti rovina...”.
È stato giusto rinnovargli il contratto? Qualche tifoso ha mugugnato viste le cifre.
“Se il Milan gli ha dato quei soldi è perché se li merita. E lui se li è meritati. Con gli stipendi che girano oggi, non mi paiono cifre fuori mercato”.
Zambrotta, l’abbiamo definita la sua partita del cuore. Ma il cuore batte di più per qualcuno o si divide equamente a metà?
“Diviso assolutamente a metà. Alla Juve ho passato anni stupendi, sono cresciuto come giocatore. Lo stesso vale col Milan, dove invece ho fatto gli ultimi anni della carriera e ho vinto l’ultimo scudetto rossonero. Io amo dire che Juve e Milan saranno sempre i club migliori in Italia e nel mondo come organizzazione, come gestione dei giocatori. Il calciatore deve solo pensare a giocare, e questa è una grandissima forza. Sono due realtà che porterò sempre nel mio cuore”.
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