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L'intervista di Ricardo Kaká (ex attaccante AC Milan) sui Mondiali e sui rossoneri a 'La Gazzetta dello Sport' | Milan News (Getty Images)
Ricardo Kaká, ex fuoriclasse del Milan, ha rilasciato un'intervista in esclusiva a 'La Gazzetta dello Sport' oggi in edicola. Ecco, dunque, le sue dichiarazioni.
Sulla nostalgia dal calcio giocato: "Mi mancano queste cose, l’emozione della convocazione in Nazionale. A distanza di anni ti accorgi di quanto fosse bello. La nostalgia c’è, inutile negarlo, anche se ho fatto una splendida carriera. Gioco ancora, sa? Una volta alla settimana, a San Paolo".
Sui Mondiali in Qatar: "Inciderà un po’ tutto: il momento della stagione, la temperatura calda ma non troppo, la mancanza di viaggi e quindi la possibilità di far iniziare subito il processo di recupero dopo la partita. I grandi campioni saranno al top".
Sulla kermesse iridata senza ritiro di preparazione: "In effetti è una novità, però i giocatori sanno già cosa vogliono gli allenatori: le qualificazioni sono servite anche a questo. Mi aspetto un calcio verticale e tanti gol, come accade in Champions League. Il Mondiale, di solito, segue la tendenza e indica in quale direzione si sta andando".
Su Khvicha Kvaratskhelia: "È molto bravo questo ragazzo, una bella sorpresa. Peccato che lui e Erling Braut Haaland non possano fare il Mondiale. La fantasia sorprende sempre, fa la differenza il giocatore che trova soluzioni che gli altri non vedono".
Sugli ultimi Mondiali di Lionel Messi e Cristiano Ronaldo: "Lei dice? Vedremo … In teoria è così. Sono curioso di osservare il loro impatto sul torneo. Credo che cercheranno di dimostrare di essere ancora i leader".
Sulla sua vittoria del Pallone d'Oro nel 2007: "Per me quella vittoria è stata bellissima anche perché, fino a quando non ha vinto Luka Modrić, ogni anno che toccava a Leo o a Cristiano tutti si ricordavano di me: ero stato l’ultimo prima della loro collezione".
Sui Mondiali che potrebbero incoronare il suo erede: "Mi piacerebbe moltissimo che fosse Neymar per il talento, la persona, il campione che è diventato. In certi momenti del passato per me è già stato il migliore. E anche Kylian Mbappé è eccezionale".
Sul Brasile favorito perché si gioca in un posto 'inusuale': "Lo dice la storia, ma il Brasile è favorito perché da tempo lavora a questo progetto. La conferma di Tite è stata positiva perché adesso il gruppo ha l’esperienza giusta e può gestire i momenti negativi. Negli ultimi due anni sono cresciuti Vinícius, Rodrigo, Antony. E altri ancora. Bremer non lo conoscevo fino a qualche mese fa, ma è fortissimo. Dietro al Brasile metto Argentina e Francia. E come sorpresa indico la Serbia, molto pericolosa".
Sul calcio come sport ancora più amato dai giovani: "Sì, ma deve confrontarsi con una generazione che non ha pazienza. Mio figlio Luca ha 14 anni e guarda le partite in modo diverso da come facevo e faccio io. I ragazzi non sopportano i tempi morti, vogliono interagire e commentare. La situazione va studiata bene. E apprezzo molto il messaggio positivo della Conmebol che invita tutti a mettere il calcio al centro, soprattutto durante il Mondiale: questo sport mi ha dato tanto, mi ha trasmesso valori importanti".
Sull'Italia che non sarà ai Mondiali in Qatar: "La vostra esclusione dal Mondiale fa male anche a me. Però bisogna essere ottimisti, anche perché l’Italia ha vinto l’Europeo: se ci aggiungi Brasile e Argentina è un piccolo Mondiale. Forse l’eliminazione del 2018 è stata un po’ sottovalutata, ma vedo che adesso ci sono tanti giovani interessanti".
Sul Milan agli ottavi di finale in Champions League: "È bellissimo. Vorrei venire in Italia per la sfida con il Tottenham. Il Milan ha preso la direzione giusta, mi piace il lavoro a lungo termine impostato dalla società".
Su Kaká che, dal punto di vista tattico, sarebbe perfetto per il Milan: "Eh sì, è una squadra divertente, verticale e molto organizzata. Stefano Pioli è stato bravissimo a dare un’identità chiara e a fare un lavoro completo e coinvolgente, così quando manca qualcuno non è un problema".
Su Paolo Maldini dirigente: "Conoscendo Paolo, sapevo che avrebbe fatto bene qualunque cosa. È un uomo molto intelligente, competente e corretto. Meno male che ha deciso di fare il dirigente del Milan… Ci sentiamo ogni tanto".
Sul suo futuro professionale: "Io ho studiato, ho fatto tre corsi di gestione sportiva, una di business dello sport e uno da allenatore. E magari farò il direttore sportivo". La nebbia, le prostitute, Donadoni che rischiò la vita: Stella Rossa-Milan 1988 >>>
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