Ha giocato per entrambe le squadre Alessandro Matri, che ai microfoni di DAZN presenta Lazio-Milan, sfida della prossima giornata di campionato. È cresciuto in rossonero, esordendo e rimanendo due anni in prima squadra. Poi prestiti e cessioni, per poi tornare sei mesi nella prima parte del 2013/14 con 18 presenze e un gol. Poi di nuovo tanti prestiti e la cessione. Uno di questi prestiti è stato proprio ai biancocelesti nel 2015/16, quando colleziona 31 presenze e 7 gol. In rossonero ha vinto quasi tutto nei primi due anni. Ecco quindi le sue parole sulla partita.
LAZIO-MILAN
Lazio-Milan, Matri: “Sarà una grande partita. Pioli fenomenale”
Matri, che ha giocato per entrambe le squadre, presenta Lazio-Milan, partita del prossimo turno di campionato. Ecco le sue parole.
Sul ritorno in rossonero e la tifoseria: "In generale l’andamento della squadra nel corso della stagione condiziona tanto il comportamento delle tifoserie. Io, purtroppo, sono arrivato nel Milan per 6 mesi in un’annata non fortunata. C’era grande entusiasmo, con la qualificazione ai preliminari di Champions e invece fu l’anno che portò all'esonero di mister Allegri a gennaio. L'accoglienza fu abbastanza paradossale: prima ancora che io arrivassi fecero uno striscione con scritto "Matri, no grazie". Fu messo in mostra a San Siro prima di Milan-PSV Eindhoven, ma poi mi spiegarono come non ci fosse nulla di personale contro di me, anzi. La tifoseria però ai tempi riteneva più opportuno rinforzare centrocampo e difesa. Sono cose che comunque incidono. L’andamento, per l'appunto, ti condiziona tanto. Io l’ho vissuta male, lo confesso. Tornare al Milan era un sogno perché è una squadra a cui tengo tantissimo. Mi ero fatto un sacco di aspettative, ma non sono stato all'altezza".
Sull'accoglienza biancoceleste: "Lì l'esordio è stato meraviglioso. Entro a mezz'ora dalla fine al posto di Candreva e faccio la doppietta con l'Udinese per vincere 2-0. Una giornata stupenda. Fui acquistato dopo che la Lazio perse 4-0 col Chievo e mi presentai nel migliore dei modi. Cominciare nel modo giusto cambia l'inerzia di ciò che verrà... Ricordo quelle giornate con particolare affetto".
Sul calore dei pubblici: "Entrambe le piazze sono molto calde. Secondo me quella di Roma vive più giornalmente la partita: costantemente, 24 ore al giorno, si parla della partita appena giocata e di quella che arriverà. Ambiente rossonero invece si sente di più la vigilia. Credo che nella capitale, nella quotidianità, sia anche più sentito il confronto da derby, quel costante scontro a distanza per vedere chi sta davanti a chi".
Sulle persone speciali: "In rossonero ho un ricordo meraviglioso di Brocchi: lui mi ha preso sotto la sua ala e mi ha portato in prima squadra. Si era affezionato a me, ero 17enne e gli devo molto per la fiducia che mi ha dato. Entrare in quel Milan, vedere da vicino Maldini, che per me è il simbolo del giocatore-bandiera del calcio italiano, fu speciale: credo sia l'unico personaggio che ancora oggi mi mette in soggezione. Ci ho sempre visto e ci continuo a vedere un monumento. In biancoceleste invece ricordo questo aneddoto con Tare: mentre ero ad allenarmi, arrivato da non molto, mi venne vicino e mi disse che quando avrei smesso di giocare mi avrebbe preso a lavorare con lui. La prima chiamata, una volta appesi gli scarpini al chiodo, fu proprio la sua. L'affetto di un direttore così bravo nel suo lavoro mi fece molto piacere. Ha visto in me qualità umane e valori oltre il campo di gioco: ricevere l'affetto di un direttore del suo livello mi ha fatto molto piacere. L'esperienza in quel campo alla Lazio è stata bella e mi ha fatto crescere".
Sul momento delle due squadre: "Sarri è riuscito a far cambiare modo di giocare ai suoi, vedi Luis Alberto e Sergej stesso: è riuscito a imporre le sue idee. La squadra è dentro la sua testa ora. Penso a Immobile che è passato da un attacco a due a uno a tre e riesce comunque a essere sempre decisivo a suon di gol. O la difesa a 4: sono tanti i cambiamenti della Lazio in questa stagione, per questo credo che a prescindere da tutto, vista la zona in classifica, si deve considerare la stagione in maniera positiva. Dal lato del Milan invece bisogna dire che Pioli è stato fenomenale nella valorizzazione dei giovani: Tonali, da essere messo in discussione dopo la scorsa stagione a punto fermo, Rafael Leao è esploso, più in generale la rivalutazione dei giovani ha portato i suoi frutti. Ed è primo. È riuscito a sfruttare le qualità dei giovani trasmettendo tanta tranquillità. Anche loro sono autori di una stagione da urlo".
Sulla sfida: "La stagione come detto è ottima per entrambe, e penso che il Milan stia rendendo oltre le possibilità: il calo degli ultimi turni per me è un po’ fisiologico, un po' mentale. Sta tenendo da un anno e mezzo dei ritmi altissimi e hanno dovuto far fronte a tantissimi infortuni, senza mai farlo vedere. Ha dovuto sopperire a tanti grandi, come Ibrahimovic, o Kjaer, o il capitano Romagnoli e Fikayo Tomori ecc... Invece la Lazio ha avuto un po' di alti e bassi e credo che questo alla fine conterà nel sogno Champions League, che vedo oramai troppo lontano. C'è chi ha avuto più continuità. Ma il primo anno di Sarri è ottimo, basti pensare che si sta giocando l'accesso all'Europa League proprio con la Roma e si è davanti all'Atalanta e ad altre belle squadre. Sarà una grande sfida perché i tre punti sono essenziali per tutte e due..."
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