Rafael Leao, attaccante del Milan, ha parlato in esclusiva ai microfoni di 'Repubblica' oggi in edicola. Queste le sue dichiarazioni più importanti.
INTERVISTE
Leao: “Vogliamo vincere il derby. Ibra fratello maggiore. Su Pioli …”
Rafael Leao, attaccante del Milan, ha rilasciato una lunga intervista a 'Repubblica'. Le sue dichiarazioni alla vigilia del derby di Milano
Sul derby dove il Milan arriva da capolista a +7 sull'Inter: "Ricordo l'atmosfera unica del primo che ho giocato, peccato per la sconfitta, e quello vinto col mio assist a Ibra, peccato che non ci fosse il pubblico. Ora vogliamo vincere davanti ai tifosi".
Sul derby che può valere un pezzo di Scudetto: "È presto: l'ultimo se lo è preso l'Inter, va rispettata. Ma un derby è un derby, vincerlo è importante".
Sui derby di Lisbona: "Sporting-Benfica era la stessa cosa grande. I due stadi sono vicini, i tifosi lo aspettano, i giocatori sono pronti alla battaglia".
Sul sogno di giocare in Champions League: "Lo era, fin da piccolo, e l'ho realizzato con il Milan, la squadra delle 7 Coppe dei Campioni e di Ricardo Kaká, Clarence Seedorf e Andrea Pirlo, che ammiravo, come Barcellona e Manchester United. Sono felice".
Sulla possibilità che il Milan esca subito dal girone di Champions: "Mancano due partite, due finali. Un punto in classifica è poco, meritavamo di più".
Su Zlatan Ibrahimović: "La fiducia in noi stessi, la mentalità sono fondamentali per il successo, che uno sia calciatore o cantante. Zlatan è un fratello maggiore, gli sto sempre vicino. Lui sa che posso fare la differenza con i piedi, ma mi mostra che l'importante è la testa, restare sempre concentrato".
Sui suoi punti di riferimento per non sbagliare strada: "Stefano Pioli, un allenatore esigente. Paolo Maldini, un idolo che parla con semplicità perché ognuno di noi dia il meglio. E Ibra, un esempio per il passato e per il presente: l'età per lui è un numero".
Sul Milan giovane e dal gioco nuovo: "Ha il senso di libertà che l'allenatore ci insegna: siete giovani ma maturi in campo, ci dice, godetevi la gioventù ma onorate questa maglia".
Su Leao re del dribbling in Serie A: "È una fase importante del gioco. Sento la fiducia dei compagni che mi danno la palla, dribblo per ritrovarmi davanti alla porta e fare l'assist o il gol".
Sul calcio italiano: "La prima stagione venivo dalla Francia, il calcio italiano era un po' difensivo. Ma ora la Serie A, con tanti giovani di valore è al livello della Premier o quasi".
Sul suo istinto in fase offensiva: "A volte la mia testa non so che cosa fa: magari davanti alla porta sbaglio gol facili o magari ne dribblo due o tre e segno come in strada, mi viene naturale".
Sul fatto di sentirsi un predestinato: "Dio mi ha regalato il talento, la cosa più rara. Ma poi ci sono i sacrifici, il lavoro duro. A calcio non si gioca da soli. Ho un talento da coltivare".
Sul suo debutto con il Portogallo al posto di Cristiano Ronaldo: "Aspettavo la Nazionale da tanto, mi mancava: nel Milan sto dimostrando quello che posso fare. Cristiano è un campione che si mette a disposizione dei giovani".
Sulla possibilità che vada ai Mondiali: "Sono epoche diverse, ma certo oggi il Portogallo ha giocatori incredibili: il Mondiale non è impossibile, anche se ci sono altre grandi Nazionali".
Sul suo ruolo preferito: "A sinistra posso puntare l'avversario, c'è più spazio. Da centravanti devi tenere palla, da solo è più difficile. Nel 4-4-2, con un'altra punta, ti muovi di più. Ma davvero gioco dove serve".
Sul fatto che possa fare il rapper dopo il calciatore: "Il rapper forse sì o forse no, vedremo: manca ancora un sacco di tempo, no? Per ora è un hobby. Non faccio musica per i concerti, ma per tirare fuori quello che ho dentro". Milan, a gennaio un centravanti dalla Serie A? Le ultime >>>
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