"Ma allo stesso tempo devono essere riconosciuti a Pioli i suoi meriti. Troppo spesso ormai (ma vale anche per gli altri allenatori) tutto è determinato dal risultato, tutto è condizionato da giudizi velocissimi e tranchant che non prendono mai in considerazione il quadro d’insieme. E’ il più grande torto che si può fare al lavoro di una società. Questo non significa che Pioli sia esente da errori. Sicuramente lui, come i suoi giocatori, come i suoi colleghi sbaglia. Semplicemente perché fa".
Su Stefano Pioli: "Ma quello che ha fatto Pioli in questi anni non può mai essere cancellato da un paio di risultati negativi. Il giudizio non può essere così condizionato dallo stato di forma dei suoi giocatori migliori che – come abbiamo avuto la riprova – possono decidere qualsiasi partita. E’ un’analisi che deve essere fatta partendo da più lontano. Pioli è stato uno degli artefici della ricostruzione del Milan. E fintanto che il Milan rimane in corsa per gli obiettivi (anche quelli minimi) di inizio stagione è assolutamente in bolla con le aspettative. Se non dovesse centrarli (o se stesse per non farlo) allora si dovrà analizzare come mai".
"Quante sono le responsabilità: non si può ridurre tutto ad un cambio o a una deviazione. E questo vale anche per gli altri allenatori che – ciclicamente – sono messi in discussione settimanalmente. Il Milan non è rinato improvvisamente, semplicemente perché non era morto. Ci sono dei problemi ancora da risolvere (alcuni magari con il mercato), dei rendimenti da migliorare. Ma il Milan ha dimostrato di potersela giocare con chiunque. E’ questa la cosa più importante. Ora – come dicevamo – deve dimostrare di poterlo fare sempre o comunque più spesso".
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