Sulla carriera da allenatore: "Prima di tutto sono stato un tifoso e poi un giocatore. Se non fossi stato tutto quello, adesso non sarei quello che sono. Forse sto diventando vecchio, ma il calcio di una volta era più bello. C’erano i giocatori bandiera, c’erano rivalità in campo e sugli spalti, ma tutto poi finiva lì. Adesso è diventato un tutti contro tutti con questo uso selvaggio dei social dove la gente critica, giudica senza nemmeno conoscere le persone. E lo fa con cattiveria, con prevenzione. Anche l’evoluzione del calcio rappresenta quello che è il cambiamento della società. Sono senza peli sulla lingua, anche se non sempre posso dire quello che vorrei. Vado comunque dritto per la mia strada seguendo le cose davvero importanti della vita. Ho trovato bravissime persone, che sono diventati amici per la vita, ma sono stato anche tradito da collaboratori o dirigenti, gente interna a una società, che mi ha usato per un tornaconto personale. Queste sono persone che è meglio aver perso lungo il percorso".
Se si prenderebbe: "Sì, ma da presidente non direi false verità. Sottoporrei la verità nuda e cruda. Prenderei Roberto De Zerbi come allenatore se avessi la voglia di sognare e di farlo sognare".
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