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L'intervista a Kylian Mbappé (attaccante PSG) anche sul Milan a 'La Gazzetta dello Sport' | AC Milan News (Getty Images)
Kylian Mbappé, fuoriclasse del PSG, ha rilasciato un'intervista in esclusiva a 'La Gazzetta dello Sport' oggi in edicola. Queste le sue dichiarazioni.
Sul dialogo con Emmanuel Macron affinché restasse a Parigi: "Parlare con il Presidente è stato speciale. Lo ringrazio per i buoni consigli, ma alla fine la decisione è mia, e penso sia quella giusta: rimanere nel mio Paese, nel nuovo progetto del PSG”.
Sulla clausola che gli consentirebbe di lasciare il PSG dopo i Mondiali in Qatar: "In Francia non esistono clausole simili. Per ora sono un giocatore del PSG e sono davvero concentrato sulla prossima stagione. Al resto non ci penso più".
Sul Liverpool che ci ha provato per lui oltre al Real Madrid: "È vero ho parlato anche con il Liverpool, perché è il club preferito da mia mamma. Non so perché tifi i 'Reds', dovete chiederlo a lei. Scherzi a parte, si tratta di un grande club, e di una grande famiglia. Li avevo già incontrati cinque anni fa, ai tempi del Monaco. Anche questa volta ci siamo parlati, ma brevemente. Alla fine dovevo scegliere solo tra PSG e Real. Tutti sanno che la scorsa estate volevo andare al Real, perché pensavo fosse la scelta giusta. Oggi le cose sono cambiate: sono francese, so di essere qualcuno di importante per il mio Paese. E quindi bisognava rifletterci bene.
Sul perché ha scelto il PSG: solo per soldi? "Non è solo una questione di calcio, ma anche di vita. Una volta conclusa la mia carriera, voglio vivere bene nel mio Paese, con la mia famiglia e miei amici. Ma ringrazio il Real e i suoi tifosi per l'affetto che mi hanno fatto sentire, nonostante abbia portato quella maglia solo una settimana, per allenarmi con le giovanili quando avevo 14 anni. Auguro buona fortuna al Real per la finale di Champions".
Sul sogno di giocare nel Real Madrid che può restare intatto: "Non sarebbe rispettoso dire una cosa del genere subito dopo aver firmato un nuovo contratto con il mio club. I sogni restano, ma sono davvero focalizzato sul presente. Non si può mai sapere cosa succederà in futuro, soprattutto nel calcio, ma ho un triennale e sono concentrato sul PSG".
Sui Mondiali in Qatar senza l'Italia: "Meglio per noi, perché l'Italia è una grande squadra. Ma dopo l'eliminazione ero davvero triste per i miei amici Marco Verratti e Gigio Donnarumma. Per loro è stata dura, perché sono stati esclusi dal Mondiale appena qualche giorno dopo l'eliminazione del PSG dalla Champions. Ma il calcio a volte è così: bisogna trarne insegnamento e l'Italia ha una nuova generazione di giocatori. Presto sarete di ritorno".
Sul suo amore giovanile per il Milan: "Il mio legame con il Milan è speciale. Da piccolo avevo una baby-sitter italiana e passavo molto tempo con la sua famiglia, tutti tifosi del Milan. Così grazie a loro anch'io tifavo rossonero e guardavo un sacco di partite del Milan. Dicevo sempre: se giocherò in Italia sarà solo al Milan. D'altronde se avessi detto diversamente, mi avrebbero ucciso... Scherzi a parte, non posso che congratularmi per lo scudetto vinto dal Milan, con tanti amici francesi e Zlatan Ibrahimovic, una leggenda che rispetto molto".
Sull'aver illuso i tifosi del Real Madrid e l'amico Karim Benzema con un viaggio in Spagna: "In realtà è stato un viaggio senza seconde finalità. Non ci sono andato per farmi vedere. Achraf Hakimi ha insistito perché l'accompagnassi a vedere i suoi. Mi ha pure pagato il biglietto dell'aereo cambiando i dati anagrafici, per evitare che si sapesse che ero lì, ma poi siamo andati al ristorante e qualcuno ha parlato. Ho visto che alcuni giocatori del Real hanno postato certi messaggi. Non c'è problema. Di sicuro quando andrò in nazionale spiegherò a Karim, con cui ho un bel rapporto, perché alla fine sono rimasto al PSG".
Su cosa risponde a chi l'accusa di essere rimasto al PSG solo per soldi: "Mi rattrista perché in realtà né con Florentino Pérez né con Nasser Al-Khelaïfi ho mai parlato di soldi, ma solo di calcio, di titoli da vincere, di grandi partite da giocare. Ai discorsi sui soldi ci pensano la mia avvocata e mia madre. Certo poi i soldi finiscono nel mio conto corrente e ci darò un'occhiata, ma quel che conta per me è il campo, vincere titoli, dimostrare di essere il migliore, ed essere felice. E in questo momento sono felice".
Sulla Champions League: ossessione o obiettivo? "Per me sarà sempre un'ossessione. Non bisogna avere paura di perdere. Non è perché ho perso una finale e una semifinale in tre anni che ora diventa solo un obiettivo. Magari il prossimo anno non la vinceremo di nuovo, ma per me rimarrà lo stesso un'ossessione. Ho vinto un Mondiale, voglio vincerlo di nuovo – e incrocio le dita –, ma voglio vincere anche la Champions. Ci proverò ogni anno, perché è quello che voglio fare".
Su cosa intende quando dice che vuole essere il migliore: "Significa scrivere la storia, vincere titoli collettivi e individuali, trasmettere emozioni alla gente perché il calcio è anche questo. Ma non solo. Significa pure rimanere sé stessi ed essere rispettoso fuori dal campo. È qualcosa di globale: per questo non dico mai di voler diventare solo il miglior giocatore". Milan, pronto il regalo Scudetto per Pioli: le ultime news di mercato >>>
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