Mark McKenzie, calciatore del Genk e degli Stati Uniti, ha rilasciato alcune dichiarazioni sull'attaccante del Milan Christian Pulisic
Mark McKenzie, calciatore del Genk e degli Stati Uniti, ha rilasciato una lunga intervista a 'gianlucadimarzio.com', soffermandosi sul compagno di Nazionale ed attaccante del Milan Christian Pulisic. Ecco, dunque, le sue parole.
McKenzie: "Pulisic ha ritrovato fiducia da quando è al Milan"
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"Pulisic è un grande nome nel mondo del soccer americano, perché è un calciatore che si è imposto in Europa. Ha fatto vedere le proprie qualità in campionati diversi, prima col Borussia Dortmund in Germania poi col Chelsea in Inghilterra, infine adesso al Milan. È un grande giocatore dotato di tantissimo talento. Le capacità le ha sempre avute, aveva solo bisogno di una società e un allenatore che gli cucissero addosso il ruolo perfetto. È quanto accaduto al Milan e perciò ora sta brillando in questo sistema di gioco. Palla al piede, dribbling, uno contro uno, assist, gol con entrambi i piedi: Christian sa fare tutto".
Al Milan, Pulisic ha ritrovato grande fiducia: "Ogni giocatore ha bisogno della stima dell'ambiente e dello staff così da poter entrare in campo e giocare con la mente libera, senza dover pensare troppo. Soprattutto per un giocatore offensivo è importante avere questa disposizione mentale. Poi per chiunque è dura far bene in una squadra collaudata, entrare in campo a 10 minuti dalla fine e fare la differenza contro difese chiuse (come accaduto al Chelsea, ndr). In quel caso la palla la vedi pochissimo... però da quando è al Milan ha ritrovato fiducia, entusiasmo, carisma e quel fuoco che serve per spaccare tutto".
In merito al ruolo di Pulisic, McKenzie ha spiegato: "Gli piace stare largo, prendere la palla e puntare l'uomo. Ma allo stesso tempo si butta negli spazi a centrocampo per creare occasioni da gol da altre posizioni. È un giocatore dinamico, ed essendomi allenato con lui in nazionale posso solo dire che è durissima fermarlo quando è lanciato. Se è un giocatore di classe mondiale? È un'etichetta che stiamo appiccicando a tanti giocatori e visto che Christian sta dimostrando il suo talento ai massimi livelli, perché non può esserlo anche lui? Ma è un ragazzo umile, che pensa partita dopo partita cercando di rendersi sempre pericoloso".