Se succedeva anche a Gianluigi Donnarumma: «Sì certo, lui è un ragazzo sensibile, buono, emotivo. E quindi delle volte si faceva prendere dal nervosismo, ma questo lavoro lo ha aiutato a riconosce sé stesso, i suoi punti di forza, a imparare a entrare nello stato di massima concentrazione, quello in cui escludi tutto l’esterno. E anche a riconoscere tutte le sue emozioni, senza avere più paura della paura».
Su come si lavora sulle critiche: «Bisogna prendere consapevolezza che è una cosa normale e non bisogna cedere il proprio potere all’esterno: mi fido del mio giudizio e di chi mi può essere utile. Lavoro sulla vocina critica interiore, che ci vuole sempre perfetti per essere accettati dagli altri. Ed è quella che va in tilt quando subiamo le critiche esterne. E poi, tanto più sei criticato, tanto più significa che gli altri ci tengono a te: i tifosi riversano sui loro eroi aspettative ed emozioni».
La mental coach: "Per Donnarumma è stato tosto affrontare il Milan. È casa sua ..."
—Sul lutto sofferto da Donnarumma con la scomparsa di Raiola: «Sono state sottostimate tantissime cose. Uno si aspetta che questi ragazzi siano dei supereroi e poi si dice sempre ‘ma con quello che guadagnano’... Ma l’emotività non risponde ai guadagni. E quindi la morte del procuratore, la rapina in casa, sfidare il Milan che lui considera casa sua in Champions: tutto questo è stato tostissimo per Gigio».
Su cosa accomuna Donnarumma e Jacobs: «Il fatto di subire gli attacchi metteva in difficoltà tutti e due: ora molto meno, abbiamo fatto un buon lavoro. Sono due persone molto sensibili, ma la sensibilità se viene gestita diventa un grande punto di forza». LEGGI ANCHE: Calciomercato Milan – Tomori via? Ibrahimovic pesca il sostituto dal Barcellona >>>
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