Intervenuto ai microfoni di 'Milan Tv' in occasione del format 'On the road', Junior Messias ha parlato dei suoi primi giorni a Milanello e non solo. Queste le parole dell'ex calciatore del Crotone.
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Messias: “Quando penso al Milan penso alla storia. Mi sto trovando bene”
Junior Messias, calciatore offensivo del Milan, ha parlato dei suoi primi giorni a Milanello e ha rivelato qualche curiosità sul suo conto
Su Milano: "Mi sto trovando benissimo a Milano. Ora sto cercando casa, vedo dove è più comodo per la mia famiglia. Sono felice che siano qui, sono un grandissimo supporto per me".
Sull'arrivo a Milanello: "È stata una bella esperienza. Il Centro Sportivo è importante e attrezzato, lavorare col mister e con Ibra è un piacere. Penso a Dida, penso ai brasiliani che hanno giocato qua rivoluzionando il calcio. Il direttore Maldini è una leggenda. Quando penso al Milan penso alla storia. L'anno scorso ho fatto un'intervista e ho capito di essere diventato un calciatore quando, dovendo studiare gli avversari, ho trovato un video sul Milan".
Sul suo soprannome: "Mi chiamavano Mico, è una scimmietta. I miei fratelli hanno iniziato a prendermi in giro, io mi arrabbiavo ma è rimasto il mio soprannome".
In che ruolo giocava da giovane: "Sono di Patinga. Ho iniziato a giocare lì come attaccante esterno".
Sulla reazione della sua famiglia: "Quando ho firmato con Milan i miei erano molto contenti, era quello che volevano. Mia madre è molto credente e ha pregato tanto".
Sulla fede: "Si, è molto importante per me. Andavo sempre in Chiesa quando ero a Torino, il lunedì andavo a pulire la Chiesa. Ho tanti amici di tante nazioni".
Sulla sua carriera in Italia: "All'inizio della mia carriera italiana lavoravo, andavo a fare le consegne".
Sul Crotone: "Crotone mi ha cambiato la vita. Ho giocato in categorie superiori, ho trovato un allenatore bravo come Stroppa che mi ha fatto crescere tanto, ho trovato una famiglia. Dopo 5 anni, partire dall'Eccellenza alla Serie A non è una cosa normale. Ho pensato che, nonostante avessi 29 anni, posso ancora crescere. Ci tengo molto al calcio, lo sport per me è importantissimo; cerco sempre di migliorare, ogni giorno do il massimo. Devi sacrificarti, non puoi aspettare sul divano che qualcosa arrivi: se la vuoi devi andare a prenderla".
Sulla moglie: "È sempre stato il mio appoggio. Quando mi sento solo, abbandonato da tutti, c'è lei che è essenziale. Mi ha sempre abbracciato, mi è sempre stata vicina. Mi ha dato due bambini fantastici: uno ha un'intelligenza fuori dal normale, l'altro è più vivace. Sono un padre che gioca con loro, ma sono anche severo perché voglio insegnargli i valori della vita. Io ho vissuto in modo diverso, loro possono avere tutto quello che vogliono, ma io non glieli do, altrimenti perdono il gusto di avere le cose".
Su Pioli: "Pioli è una bravissima persona, ha cultura del lavoro e ha le idee chiare".
Sui sogni: "La cosa principale è studiare. Poi devi credere nei sogni, sacrificarti perché la vita non ti regala niente. Bisogna crederci, andare avanti e mai mollare perché non è mai tardi. Io sono arrivato al Milan a 30 anni. Nella vita tutto è possibile. Ho pensato sempre gradino per gradino e questa è stata la mia forza: quando pensi che non ce la fai dai il doppio di quello che riesci a dare".
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