Sul legame con la religione: "Dio è una parte fondamentale della mia vita, non sono nessuno senza di lui. Anche prima di arrivare al Milan ho pregato ogni giorno nella speranza che potesse accadere qualcosa per me e non potrei essere più grato".
Suoi idoli: "Parlando di idoli, guardavo spesso con la mia famiglia l’Arsenal. Thierry Henry è stato fonte d’ispirazione, ho voluto fare l’attaccante dopo aver visto i suoi movimenti in campo. Ancora oggi cerco di copiare qualche sua giocata. Ci sono tanti grandi attaccanti come Ronaldo il Fenomeno, Didier Drogba che ho avuto la fortuna di vedere ogni settimana. I miei genitori rappresentano le persone a cui mi ispiro nella vita quotidiana, hanno fatto sì che rimanessi concentrato per raggiungere il mio obiettivo".
"Vi racconto il rapporto con la mia famiglia"
—Sulla moglie e il figlio: "Da papà, la cosa più importante è essere presente. Sono qui per supportare i sogni di Amari e ripercorrere quello che i miei genitori hanno fatto nei miei confronti. Sarò sempre con lui e spero che possa diventare un calciatore, magari anche attaccante (ride). Potrei parlare per ore di Leah, la mia dolce metà. Dall’amicizia siamo diventati una cosa sola, mi ha accompagnato nelle tappe di vita ed è una madre fantastica. La ringrazierò sempre".
Sui fratelli: "Con mio fratello Timmy abbiamo creato non pochi problemi in casa, rompendo diverse lampade con la palla. Da lì, la nostra famiglia ha capito cosa volevamo diventare da grandi. Si respirava e si continua a respirare calcio, probabilmente anche mia sorella adesso guarda più partite di me".
Sulla sua principale dote: "Una caratteristica mia personale è l’essere stato determinato fin da piccolo. Ho sempre creduto nelle mie capacità, se potessi tornare indietro e parlare al me bambino gli direi: bravo! Mi piaceva parlare, scherzare con le persone perché la vita va vissuta ed io l’ho sempre amata".
Milan, Abraham: "Di Tomori potrei parlare per ore. Un sogno giocare con lui"
—Su Fikayo Tomori: "Tomori è un altro di cui potrei parlare per ore. Lo conosco da quando avevo 6 anni, siamo cresciuti insieme vivendo tantissime esperienze. Le nostre famiglie sono sempre state amiche, il solo fatto di arrivare entrambi in Premier League, venire in Serie A e giocare nello stesso club è un sogno che si avvera".
Sulle origini: "Ho origini nigeriane, il mio nome completo è: Kevin Oghenetega Tamaraebi Bakumo-Abraham. Sono cresciuto in una zona con molti nigeriani e conosco la cultura. Mia madre cucina spesso piatti tipici ed è bello inserirsi nel loro stile di vita".
"San Siro ti mette i brividi"
—Su San Siro: "Quando esci dal tunnel di San Siro ti vengono i brividi. Senti la musica, i tifosi, ti guardi intorno e pensi a quanto spettacolo sia racchiuso in un singolo stadio. Ho visto tante leggende segnare e calcare quel campo, adesso è arrivato il mio momento e spero di segnare tanti gol".
Sull'infortunio: "Quando guardo quella cicatrice sul ginocchio penso che ognuno attraversi situazioni diverse. Per me è stato un infortunio, altre persone affrontano difficoltà che possono avere un impatto decisivo nelle loro vite. È stata dura, mentirei se ti dicessi il contrario. Ho pianto spesso per il dolore, ma non puoi farci nulla. Mio figlio mi ha aiutato molto perché ho avuto la possibilità di stare a casa e dedicarmi a lui. Devo tornare in campo per dimostrare al mondo che sono tornato più forte di prima". LEGGI ANCHE: Calciomercato Milan – Rinnovo Theo Hernandez: la richiesta del terzino >>>
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