Albertini su Sacchi
—"Era maniacale, ho avuto poi la fortuna e il piacere di conoscerlo anche al di fuori del calcio, ma era come un insegnante. Ha portato in Italia quella che doveva essere una partita di calcio con la creazione di emozioni. Due aneddoti meravigliosi, Arrigo aveva spesso il megafono e quando non aveva voce lo usava, ricordo un pomeriggio dove urlò in continuazione ma noi non sentivamo nulla, niente proprio. In Nazionale invece, seconda partita dei Mondiali 94, Arrigo chiama me e Dino Baggio in camera: "Ragazzini, è l'ultima chance che vi do, altrimenti non giocate più"".
Il DNA del Milan e il prestito al Padova
—"Ho avuto la possibilità di giocare in club importanti anche fuori dall'Italia: nel Barcellona o nell'Atletico ci sono DNA e mentalità diverse, conosco anche lo spirito della Lazio e so anche cosa ha significato giocare nel Milan di Berlusconi, lui disse "Diventeremo la squadra più forte del mondo" E il Milan in quegli anni non vinceva e non otteneva grandi successi, questo dobbiamo ricordarlo, invece oggi oggettivamente a livello di percezione all'estero è la squadra più riconosciuta italiana e non solo".
Sul prestito al Padova: "Mi ricordo un dialogo con Berlusconi che mi disse che aveva parlato con Sacchi e che non voleva andassi via, per lui era meglio giocare 12 partite nel Milan che fare un anno in prestito in un'altra squadra. Era il 1990-91 e avevo 19 anni, sognavo di giocare nel Milan, ma feci pochissime presenze da settembre a novembre e quindi decisero di mandarmi al Padova in prestito. Per la società sei un patrimonio da valorizzare e da curare, il Milan con me lo fece. Mi ricordo una volta quando al Padova fui invitato in una trasmissione locale, ma non avevamo ancora vinto una partita e una trentina di tifosi arrabbiati ci aspettavano lì fuori alla fine della trasmissione. "No ma non ce l'abbiamo con te, tu sei forte" Mi avevano tranquillizzato. La domenica successiva allo stadio ci fu una protesta con la Curva in sciopero, dopo 15 minuti facciamo gol e tutto lo stadio cantava il mio nome, da pelle d'oca".
Albertini su Capello
—"E' una persona più dedicata alla personalità in campo e al miglioramento degli errori. Ricordo che rilasciai un'intervista dove fecero un titolo un po' forzato sul fatto che io volessi più tranquillità e meno stress, ma non era ciò che avevo realmente detto e Capello si avvicinò a me e disse, scherzando "Allora ti sei fatto fregare eh" Poi a volte usava anche il bastone con la carota, era un modo per gestirci al meglio".
Milan, la piramide di Albertini
—"Allora Ancelotti lo metto in seconda fascia insieme a Rijkaard, al primo posto metto Pirlo. Fernando Redondo purtroppo contiamo la sfortunata esperienza al Milan, lo metto in ultima fascia insieme a Giunti, Biglia e Montolivo. Io mi metto in terza fascia con Tonali e Desailly". LEGGI ANCHE: Calciomercato Milan - Kiwior, interesse mai tramontato, piace perché ...
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