Su Zlatan che potrebbe ancora giocare da protagonista in Serie A: «E perché no? Dipenderà tutto solo ed esclusivamente dal suo fisico: se gli permetterà di giocare con continuità, tornando ai ritmi di due anni fa, è giusto che Zlatan vada avanti. Anche perché mentalmente è ancora il numero uno».
Sull'orgoglio come possibile problema di Ibrahimovic: «Zlatan è un ragazzo molto, molto intelligente. Se decide di continuare a giocare è perché sa di poter ancora dare il suo contributo. Quando era tornato al Milan nel 2020 disse: “Non sono venuto per fare la mascotte”. Il discorso vale anche oggi, forse ancora di più. Ricordate l’infortunio del 2017, al Manchester United? In quanti avrebbero scommesso in un rientro al top, specialmente dopo la parentesi negli Stati Uniti? Invece Ibra ha stupito tutti: si è rimesso in gioco con il Milan, a 38 anni, e la squadra ha svoltato grazie a lui».
Su come vedrebbe Ibra al Monza nella stagione 2023-2024: «Parliamo di una società sana, con proprietari e dirigenti che conoscono benissimo Zlatan. E un gruppo giovane, compreso anche l’allenatore. In un contesto del genere Ibrahimovic è perfetto: lui è capace di accelerare la crescita di una squadra giovane, come ha dimostrato in questi anni al Milan». Milan, la richiesta del Bologna per Arnautovic >>>
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