Su un giocatore paragonabile a lui: "Nel calcio non ci sono più i ruoli di una volta e non vorrei fare troppi nomi. Ne scelgo solo uno, anche se non è contemporaneo: Ruud Krol. Perché Krol era della generazione di Beckenbauer, ma è stato un altro grandissimo. Entrambi erano molto giovani, due precursori. E poi anche Krol aveva padronanza, eleganza. L'ho ammirato molto, anche quando l’ho incontrato a Napoli".
Sull'incontro in campo sfiorato: "Lui nel 1990 allenava la Germania campione del mondo in Italia. Siamo andati vicini a trovarci in finale, poi lo sapete com’è andata, quella semifinale con l’Argentina, quei rigori… e la coppa l'ha presa lui".
Da dove cominciare per raccontare chi era: "Da quello che trasmetteva in campo. Aveva tecnica, personalità, era un uomo squadra e un leader vero. Lo è stato da calciatore e allenatore, con una leadership naturale impressionante".
Sulla qualità da ammirare: "Come giocava testa alta, segno di un grande campione".
Sul suo ruolo: "Chi avrebbe fatto il libero tra noi due? Non lo so, di sicuro sarebbe stato un grande onore per me".
Su cosa trasmetteva da allenatore: "Personalità e signorilità. Davvero, la sua morte è un grandissimo dispiacere".
Sul paragone: "Me lo hanno sempre detto. In fondo avevamo le stesse iniziali: FB lui, FB. Forse è per quello che ci hanno sempre avvicinato".
Sulle differenze: "Io l’ho visto giocare più di qualche volta ma difficilmente ricordo uso fallo. Io, diciamo ne facevo qualcuno in più…". LEGGI ANCHE: Calciomercato Milan - Buongiorno nome caldo: la strategia della dirigenza>>>
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