Sulla sua idea della nuova riorganizzazione del Milan con un modello americano: «Ho vissuto tante proprietà dopo aver smesso di giocare, con dinamiche diverse, ma credo si debba sempre avere rispetto delle strategie e delle idee che il management vuole portare. L’importante è il bene comune nel nome del Milan. Ogni proprietà può avere le proprie strategie, i propri modelli, ma sicuramente se lavoreremo in sintonia tutti insieme potremo raggiungere gli obiettivi che vogliamo».
Su Gerry Cardinale: «Ho avuto modo di conoscerlo quando è arrivato a 'Casa Milan', e lì, quando abbiamo fatto il giro al museo, ho capito che ha compreso subito l’importanza e la responsabilità che avrebbe avuto per la storia del Milan e per i milioni di tifosi rossoneri. Sono convinto che sappia l’importanza di tenere alti questi colori».
Su Stefano Pioli maggiormente coinvolto nelle scelte di mercato del Milan: «Io credo che Pioli abbia sempre mantenuto un colloquio sereno con la dirigenza del club. Avendo sempre la libertà di esprimere in ogni occasione le proprie idee, anche con Maldini e Massara. Credo che questa relazione si rafforzerà in quanto Pioli conosce meglio di tutti le esigenze della squadra, i giocatori che ha a disposizione e dove ci sia bisogno di migliorare. Potrà essere un valore aggiunto».
Su cosa serve al Milan, sul mercato, per crescere: «Per competere su più fronti è importante avere una rosa più ampia e di qualità. Credo che la società si muoverà di conseguenza, perché la base per fare bene in più campionati c’è».
Sull'analisi dei dati per selezionare i rinforzi di mercato: «I dati sono importanti, ma anche l’aspetto umano e tecnico conta. Ben vengano le novità, specialmente se possono aiutare a sbagliare meno e a raccogliere più informazioni». "Non vuole restare": un big spaventa il Milan >>>
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