"Liedholm era bravissimo nel motivare e nel non mettere mai pressione ai giocatori, specie ai più giovani. Il giorno in cui Paolo Maldini debuttò a Udine, nell’85, me lo ricordo bene. Mi ci sono rivisto nel suo esordio, si vedeva che la stoffa del campione c’era, ma per Paolo forse è stato un po’ più difficile che per me, c’era quel cognome che pesava e il confronto con suo padre Cesare bandiera a sua volta del Milan. Ma poi si è visto che tutto questo l’ha superato alla grande e vedo che anche suo figlio Daniel non è da meno".
Baresi però, rispetto a Maldini, non si è mai allontanato un solo giorno dal Milan, come ha fatto a resistere così a lungo?
"Ho capito che uscendo dal campo avrei studiato altre materie e in tutti questi anni è come se avessi fatto l’università. Ho scoperto che oltre al campo c’è un’altra vita, e per quella da allenatore e poi di responsabile tecnico fino alla dirigenza e ora la vicepresidenza onoraria, ho imparato come dice il titolo del mio libro a rimettermi “ancora in gioco”. Il legame con il Milan è troppo forte ed essere qui significa sapersi adattare continuamente ai diversi ruoli che ti vengono richiesti. Vuol dire avere l’umiltà e il buon senso di fare un passo indietro quando serve, perché anche questo fa parte di quella passione che mi ha portato a coronare il mio sogno". LEGGI ANCHE: Primavera – Milan-Roma: la diretta del match | LIVE News >>>
© RIPRODUZIONE RISERVATA