Sul suo trasferimento all’Arsenal: “Non volevo andare via dalla Francia ma poi avevo bisogno di una formazione perché ad Arles l’avevo avuta ma all’Arsenal era diverso: uno dei settori giovanili migliori d’Europa. Un’esperienza molto molto bella. Ad Arles dove vivo è un piccolo quartiere e non c’è niente: a Londra invece c’era tutto”.
Sul suo arrivo in Italia all’Empoli: “Penso sia stata la scelta più pericolosa della mia carriera ma comunque sono un giocatore a cui piace rischiare, anche sul campo, e poi volevo giocare, volevo far vedere le mie qualità a tutti. L’Empoli era l’unica squadra che mi ha voluto così fortemente. Una decisione dura ma quando hai la fiducia di lavorare bene e ci metti pazienza, alla fine vieni ripagato: e penso di essere stato ricompensato alla fine”.
"Scudetto? Cosa incredibile da vivere con i tifosi"
—Bennacer sulla chiamata del Milan nel 2019: “Quando il Milan mi ha chiamato, non ci ho pensato troppo. Sapevo che loro mi volevano tanto. Penso che il Milan fosse la squadra perfetta per me per lavorare bene. Il talento è qualcosa che puoi avere ma è il lavoro che ti fa diventare la persona e il giocatore che vuoi essere. Qualche volta quando sono sul campo di allenamento mi guardo il logo sul petto e mi dico: ‘Ma io gioco per il Milan’. Poi penso a dov’ero, da a dove vengo: e quando pensi a queste cose vuoi fare sempre di più”.
Bennacer sulla vittoria dello Scudetto con il Milan nel 2022: “Fino al Sassuolo ero normale ma poi quando lo abbiamo vinto è stata un’altra cosa: era incredibile da vivere con i tifosi. Ero molto contento per loro e di avergli fatto questo regalo, di aver scritto la storia per questa società. Ho festeggiato tantissimo”.
Sull’esperienza a Milano: “Ho imparato tanto nel mio lavoro ma anche nella mia vita qui. Sono cresciuto tantissimo nella città. Ora che ho figli, penso di fare tutto per loro come hanno fatto i miei genitori con me: di stare con loro, di spiegargli le cose per avere la mentalità giusta di non lasciare mai quello che vogliono. Sono molto contento qui in Italia e a Milano: nessuno mi dice niente e tutti mi capiscono, questo è molto importante per me perché la mia vita dipende dalla mia religione. La gente quando capisce questo, vuol dire che ho fatto un bel passo: qui sono molto bravi. Io provo a plasmare la mia vita attorno alla mia religione, non il contrario. E’ duro svegliarsi durante la notte per pregare ma lo facciamo per un obiettivo, non solo così”.
Sull’Algeria: “Una scelta che ho fatto molto giovane, non volevo aspettare e volevo giocare per uno di questi due paesi: Marocco di mio padre o Algeria di mia madre. Il cuore è per tutti e due. Ho imparato a conoscere di più l’Algeria, un paese molto particolare: il calcio nel paese gestisce tanto problemi, quando va bene il paese è contento. Non avrò mai il rimorso per aver scelto l’Algeria, sono molto molto orgoglioso”.
Sull’obiettivo individuale che vorrebbe raggiungere: “Personalmente il Pallone d’Oro: è la cosa più prestigiosa nel calcio. Mi metto questo obiettivo nella testa, così non avrò rimorsi: devo fare tutto per averlo e devo lavorare tantissimo. Vincerlo significherebbe tante cose: aver fatto bene con la tua squadra e con la Nazionale”. LEGGI ANCHE: Mercato Milan, Moncada scatenato: cinque nomi sul suo taccuino >>>
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