Poi ancora: "La prima in Coppa Campioni è il 4 marzo, ma la figuraccia la faccio alla vigilia. Ci alleniamo la mattina alla Pinetina e il mister ci dà qualche ora di libertà: "Ci vediamo oggi pomeriggio alle sei in via Veniero, per andare a San Siro a provare le luci e il campo". Vado a Settala, anche se è una mazzata: volevo vedere la fidanzatina. Poi, visto che non avevo ancora la patente, inizia il solito viaggio della speranza: pullman fino a Piazza Grandi, il tram 24 fino al Duomo, metro rossa fino a Lotto. Peccato che si fanno le sei e cinque, arrivo dopo aver corso quei duecento metri come un pazzo e sono già tutti sul pullman, ad aspettare me: "Scusate, c’è stato un guasto sulla metro". Con la Stella Rossa, il giorno dopo, funzionò tutto meglio: il mio uomo era il più forte, Petrovic, ma lo marcai attaccandolo, sempre in anticipo, quasi con incoscienza. Ad un certo punto, su una pressione, faccio sfilare la palla e vado via fra due di loro, vicino alla nostra panchina. Erano tutti in piedi: "Bravo zio"". LEGGI ANCHE: Probabili formazioni Milan-Monza, ballottaggio Bennacer/Pobega. In difesa...
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