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Milan Brahim Diaz ultime notizie AC Milan (GettyImages)
Inizia la terza stagione al Milan per Brahim Diaz, spagnolo classe 1999 che lo scorso anno era chiamato al passo avanti definitivo, che però non è arrivato. Avrà un'altra occasione quest'anno. I rossoneri credono molto in lui, che ha anche voglia di rifarsi. Ha parlato ai microfoni di AS, rilasciando dichiarazioni importanti, anche in ottica obiettivi. Ecco le sue parole.
Sulle due stagioni: “È stato molto bello. Sapevamo di avere una rosa molto talentuosa e che potevamo fare la storia. Alla fine, ce l’abbiamo fatta".
Sul fatto che nessuno li considerava favoriti: “Siamo un gruppo giovane, era normale che molti lo pensassero. Si è creata, senza dubbio, una chimica unica tra i giocatori, il club e i tifosi. Tutti alla fine abbiamo cominciato a crederci e alla fine il risultato ci ha sorpresi”.
Che Milan dobbiamo aspettarci in questa stagione: “Una squadra più consapevole della propria forza, che sogna il ventesimo Scudetto e che lotterà partita dopo partita per conquistarlo. Qui sto molto bene, sia in ambito personale sia in ambito professionale. Voglio dare il massimo per questo club e continuare a crescere. Mi è piaciuto avere responsabilità e pressione, sento di essere cresciuto. Sono un perfezionista e so che posso migliorare molto”.
Sul cammino europeo da migliorare: “Sì, possiamo fare di più. Abbiamo una rosa che mescola gioventù ed esperienza, e un club che, come pochi, sa cosa sia la Champions League molto bene. Abbiamo vinto un titolo importante, siamo cresciuti e saremo in prima fascia. Dobbiamo crederci”.
Sul calo dopo il Covid la scorsa stagione: “All’inizio della stagione mi sentivo bene, mentalmente e fisicamente. Ho dimostrato di essere il calciatore che voglio essere. Poi è chiaro che il Covid mi ha lasciato fuori per più di un mese. Mi ha causato qualche problema fisico, quando sei in forma e ti fermi recuperare il tuo livello non è facile. Con il tempo mi sono sentito di nuovo bene e sono contento della parte che ho avuto”.
Qual è stata la vittoria preferita della stagione: “Quella che ci ha regalato lo Scudetto, ovviamente. Tuttavia, quello che ha fatto la differenza è stata la rimonta nel Derby di ritorno con l’Inter per 2-1. Sono entrato quando eravamo in svantaggio 1-0 e ricordo con orgoglio che ho aiutato la squadra a ribaltare il risultato”.
Qual è il rapporto con Pioli: "Mi ha sempre trasmesso fiducia. Sa cosa posso dargli e mi ha aiutato a crescere come calciatore. È un ottimo allenatore e una persona molto buona: gliene sono grato”.
Che cosa ricorda della festa: "Il giro in autobus. È un’esperienza incredibile vivere una cosa del genere. In quel momento ti rendi conto che cosa rappresenta il Milan per la sua gente. La gente era pazza di noi e lo ricorderò per sempre. Abbiamo riportato il Milan al suo posto”.
Che cosa significa essere il terzo giocatore della storia, il più giovane e il primo spagnolo a vincere Liga, Premier e Serie A: “Non potevo nemmeno immaginare di potermi vantare di questo nella mia carriera. Devo ringraziare i compagni e gli allenatori che ho avuto. Ho provato a fare la mia parte e spero arrivino più record”.
È stato anche l’anno dell’esplosione di Theo Hernandez: “È un giocatore eccezionale. Ha fisico, qualità, intelligenza tattica. Ho sempre saputo che poteva arrivare molto lontano ed è già uno dei migliori che ci siano nella sua posizione”.
Su Ibrahimovic: “Ibrahimovic, per noi, è fondamentale dentro e fuori dal campo. Continua a darci consigli ed è impossibile non migliorare guardando che fa di giorno in giorno. Nello spogliatoio sapevamo dei sacrifici che ha fatto per il suo ginocchio. Ci sono cose che puoi capire soltanto se le vivi”.
Sulla Nazionale: “Lavorerò ogni giorno al Milan per farmi considerare. Non c’è orgoglio più grande”.
Ancelotti avrà gioito per i successi del Milan, se ha fatto lo stesso lui per il Real Madrid: “Ancelotti è sempre stato rossonero, sarà stato molto contento di questi successi. Ho molti compagni e amici lì, è stato molto bello vederli trionfare”.
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