Su cosa fare dopo la sconfitta: "Il calcio non è matematico, è approssimativo. Tutti commettiamo errori, ma chi vive il calcio da più tempo tende a sbagliare meno. Per questo a un Milan così giovane forse servirebbe una figura esperta, che abbia già vissuto certi momenti e li sappia gestire".
Su se tornerebbe al Milan: "Se mi dovessero chiamare come farei a dire di no? Il Milan è il Milan, è nel mio cuore".
Ancora sul derby: "Ha vinto un’Inter spumeggiante e organizzata. A parte una ventina di minuti nel primo tempo, siamo stati in difficoltà costante. Nel momento migliore del Milan è arrivato il 2-0 e c’è stato un crollo sotto il profilo dell’organizzazione difensiva: non abbiamo mantenuto gli uno contro uno ed è finita in imbarcata".
Sul Moneyball e lo scouting: "Sono del parere che i giocatori debbano essere scelti dai dirigenti, non dagli algoritmi. Penso che l’uomo sia al centro dell’universo: l’algoritmo è stato creato dall’uomo e non può sostituirlo. Poi un dirigente può sbagliare, ma con l’esperienza il margine di errore si riduce".
Su Berlusconi: "Per me Silvio è stato ‘Il Presidentissimo’, un uomo di enorme carisma, che per certi aspetti ha cambiato l’Italia. Unico, visionario. Spero, un giorno, di ritrovarlo: sono convinto che prima o poi ci incontreremo in qualche stadio a vedere una partita di calcio insieme".
Sul trio Berlusconi-Galliani-Braida: "A inizio giugno era stata ventilata una possibilità di firmare con il Monza, ma dopo la morte del presidente sono cambiate alcune dinamiche. La trattativa non è entrata nel concoreto, ma guardo avanti". LEGGI ANCHE: Probabili formazioni, Milan-Newcastle. Pioli lancia Chukwueze e Pobega
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