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Milan, Brocchi: “Sta ritornando la nostra mentalità vincente”

Stefano Bressi

Brocchi, che ha giocato nel Milan ed è stato allenatore, ha parlato a un evento oggi. Ecco tutte le sue parole su molti argomenti.

È cresciuto nel Milan e poi, un po' a spezzoni, Cristian Brocchi ha giocato sei stagioni in rossonero, collezionando 161 presenze e 6 gol. Da giocatore ha vinto tutto ciò che si potesse vincere, più volte. Poi è tornato da allenatore per pochi mesi, con molta meno fortuna. Oggi era presente all'anteprima di DAZN del film "Stavamo bene insieme" sugli anni vincenti rossoneri di cui ha fatto parte. Ai microfoni dei giornalisti presenti ha rilasciato alcune dichiarazioni. Eccole.

Sul titolo del film: “Sì, è la frase che identifica ciò che eravamo noi. In quegli anni abbiamo vinto tutto quello che c'era da vincere perché alla base oltre a un aspetto tattico e tecnico c'era proprio questo, stare bene insieme: uno spirito incredibile e un’amicizia".

Sul percorso europeo rossonero: “Maldini e Massara stanno facendo un grandissimo lavoro con l’obiettivo di portare l’allenatore dei giocatori con caratteristiche di cui ha bisogno. Vanno avanti con la stessa mentalità e ricreare quelle similitudini con quell’epoca in cui noi riuscivamo a vincere. Bello anche da tifoso vedere come gioca il Milan e che ti dà l’idea di essere un bel gruppo”.

Su Tonali: “Solo lui potrà dire dove può arrivare. Sicuramente ha dato una dimostrazione grande nella conquista dello Scudetto di attaccamento alla maglia e di avere qualità giuste per essere leader di questa squadra. Un ragazzo così giovane che ha dimostrato di potersi prendere sulle spalle una squadra importante. Adesso l’obiettivo più grande è rimanere su questi livelli e alzare sempre di più l’asticella”.

Su Calabria capitano: “Davide quando l’ho avuto in primavera devo essere sincero me ne parlava già anche Pippo: aveva qualcosa in più. Gli ultimi anni che ha fatto di percorso con noi lo hanno aiutato a diventare un po’ più europeo, con qualche visione di gioco diversa, con il fatto di capire il gioco in maniera diversa. Ha un’interpretazione del ruolo molto europea e sta facendo delle cose grandi: vederlo capitano del Milan è una soddisfazione grande per chi lo ha allenato”.

Su De Ketelaere: “C’è bisogno di tempo: non tutti sono pronti, specie quando sei giovane, a entrare e dare risposte importanti sulle aspettative che ci sono intorno a te. Non dimentichiamoci che quando metti dentro in una prima squadra un ragazzo giovane che nessuno conosce è un qualcosa di guadagnato: invece quando da un ragazzo giovane già ti aspetti qualcosa di più, hai bisogno per forza di dargli un minimo di tempo per inserirsi in un contesto diverso rispetto a quello a cui era abituato”.