Sulla Spagna che lancia titolare Lamine Yamal a 16 anni e il Milan che non lo fa con Camarda: «Su questo penso che il ruolo e l’ambiente dove cresci contino tanto. Yamal ha un talento enorme, nato e formato in un sistema basato da tempo su certi principi, che gioca in una prima squadra molto forte dove nel suo ruolo in certi momenti della partita ti trovi in “uno contro uno” in pieno dominio della gara, e questo ti facilita. Uno Yamal, ma anche un Simone Pafundi, hanno velocità unite alla tecnica che possono far valere subito in un certo ambito. Camarda invece fa la prima punta, che è un ruolo molto fisico e quindi il gap lo senti di più. Devi usare i muscoli, far salire la squadra, fungere da vertice, andare in area e sgomitare tra difensori trentenni di uno e novanta ...».
"L'esperienza nel Milan Futuro gli farà accelerare il percorso"
—Sulle caratteristiche tecniche di Camarda del Milan: «Mi ricordo l’esordio in Serie A di Camarda con la Fiorentina, è emblematico: prima palla in uscita, lui fa un movimento perfetto da attaccante di razza, fa finta di andare lungo e viene incontro al pallone, posiziona il corpo nella maniera giusta per proteggerlo, arriva Nikola Milenković e con un colpo d’anca lo sposta di 4 metri. Ecco, magari gli manca ancora la forza per reggere certi scontri fisici. Però sa già sfilare benissimo dietro l’uomo, si muove bene, si appoggia e riparte, ha caratteristiche che gli tratteggiano davanti un percorso di successo».
Sul percorso di Camarda nel Milan: «Credo che i rossoneri lo stiano gestendo in maniera spettacolare. E che un’esperienza nella seconda squadra, il Milan Futuro, gli darà ulteriori possibilità di accelerare il percorso che lo sta portando ad affermarsi».
Sul neonato Milan Futuro, la Seconda Squadra rossonera: «Capisco che possano essere una spesa non piccola a bilancio, ma ogni grande club dovrebbe averne una. Si è visto nel momento di crisi della Juve: dalla NextGen sono usciti 4-5 profili che poi si sono ritrovati in pianta stabile in prima squadra. Lo stesso all’Atalanta, penso a Matteo Palestra che ha fatto un anno di C e ora è in ritiro a giocarsi le sue carte».
Su Kevin Zeroli, altro giocatore del Milan, fisicamente già da Serie A per molti: «Il calcio di oggi è uno sport per atleti. Trent’anni fa se non avevi grandi doti fisiche ma avevi la tecnica, a calcio giocavi. Oggi no, gli attaccanti devono saper difendere e i difensori saper attaccare, anche chi è dotato tecnicamente deve avere qualità atletiche non banali. O sei come Pafundi, che al talento che gli ha dato il Signore abbina delle doti di velocità estreme. E pure lui sta lavorando parecchio sul fisico: baricentro basso, difficile da buttare giù ... Pafundi merita, come tutti, la possibilità di giocare e sbagliare, si migliora solo attraverso gli errori». LEGGI ANCHE: Fofana, Loftus-Cheek, Reijnders e Samardzic: Milan, l’opinione di Capello >>>
© RIPRODUZIONE RISERVATA