Sull'esordio: "È stata un’emozione non da poco, Francesco è un bravissimo ragazzo. Umile, determinato, consapevole delle sue qualità. Sapevo che prima o poi il momento sarebbe arrivato, ma non pensavo così presto".
Su quale sia la sua forza: "Di sicuro la famiglia, lo aiutano da sempre a tenere i piedi per terra e a fare le cose in un certo modo. In questi anni ho conosciuto suo padre Manuel, una persona splendida e un modello. Io alleno tanti ragazzi, mi capita spesso di vedere genitori esaltati quando parlano dei figli. Per lui è l’opposto, a quell’età è fondamentale".
Sui suoi allievi: "Negli anni ho lavorato con diversi campioni, come Vieri e Maldini. Ho visto Paolo pochi giorni fa, abbiamo parlato anche di Francesco e ha speso belle parole. E poi alleno Angelo Carbone, direttore del settore giovanile del Milan fino alla passata stagione. Era stato chiaro: ‘Camarda è il 2008 più forte d’Italia’. Io il calcio lo guardo giusto nel weekend, ma questa frase mi colpì".
Sul primo incontro in palestra: "Non venne lì a dire ‘Io gioco nel Milan’, come magari fanno tanti altri. Si mise al lavoro, cominciò con la prepugilistica e notai le qualità di equilibrio e coordinazione, nonostante l’altezza importante (oggi 1 metro e 84, ndr). Ho visto il gol fatto in rovesciata contro il Psg, in Youth League. Una cosa del genere viene fuori anche per queste doti, spesso innate".
Sulla determinazione: "La cosa divertente è che veniva in palestra soprattutto durante le pause della stagione. Magari d’estate, o nel periodo di Natale. E si allenava alle 7 del mattino, per incastrare gli impegni con il calcio. Con me ha fatto boxe, ma ogni tanto l’ho fatto lavorare anche con le gambe per sfruttare l’altezza. Ora non lo vedo da un po’, le cose da fare sono diventate più importanti e qualche mese fa ha avuto un piccolo infortunio alla mano".
Infine ha concluso: "È un ragazzo serio, non si arriva in Serie A per caso. Figuriamoci a 15 anni. Francesco scherza nei momenti liberi, ma nell’ora di allenamento è concentrato al massimo. Riesce a dare più lui, da quel punto di vista, che un pugile dilettante. E ha lo spirito combattivo della boxe, che lo aiuta nel calcio e in generale nella vita di tutti i giorni. In molti va costruito, lui ce l’ha. Poi, ovvio, avrà bisogno del suo tempo per crescere e sbaglierà come tutti. È normale". LEGGI ANCHE: Allenamento Milan, le ultime news sulle condizioni di Kjaer e Leao >>>
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