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Milan, Capello approva la svolta ‘italiana’: “Migliorerà la squadra”

Milan, Capello approva la svolta 'italiana': 'Migliorerà la squadra'
Fabio Capello, ex allenatore del Milan, ha parlato del futuro dei rossoneri a 'La Gazzetta dello Sport' oggi in edicola. Le dichiarazioni
Daniele Triolo Redattore 

Fabio Capello, ex allenatore del Milan, ha parlato in esclusiva a 'La Gazzetta dello Sport' oggi in edicola. Ecco, dunque, le dichiarazioni di 'Don Fabio' che, con i rossoneri, ha vinto 4 Scudetti, 3 Supercoppe Italiane, una Champions League e una Supercoppa Europea.

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Sul Milan che punterà sul 'Made in Italy' nel nome del nuovo allenatore e sui giocatori da prendere nel prossimo calciomercato: «Guardate la classifica di Serie A. Chi comanda? L’Inter, che ha un blocco solidissimo di italiani, da Bastoni a Barella, da Acerbi a Dimarco. Chi insegue? Il Napoli, che ha un altro blocco italiano fortissimo con Di Lorenzo, Meret, Politano, Raspadori. Gli allenatori che si giocano lo Scudetto sono Inzaghi e Conte: non è un caso, più chiaro di così ...».


Sull'italianità che aiuta a vincere anche nel 2025: «Assolutamente sì. Lo spirito di appartenenza, la mentalità, l’importanza di lottare e di vincere il campionato, sono tutti valori che i giocatori italiani sentono in maniera particolare, diversa. Più forte. Allo stesso modo funziona per un tecnico. E le due cose ovviamente si contaminano a vicenda: il senso di appartenenza circola, dall’allenatore ai giocatori e così via».

Sull'italianità che incide anche sull'aspetto tattico di una squadra: «A mio avviso avere un gruppo di italiani nello spogliatoio migliora la squadra in tutti i sensi. Anche dal punto di vista tattico, certo: pensate a quanti giocatori stranieri faticano per ambientarsi e prendere le misure con il nostro calcio. Se in squadra c’è una base che quel calcio lo conosce perché lo mastica fin dagli inizi della carriera, allora tutto diventa più facile. Poi certo, c’è un aspetto che non può passare in secondo piano ...».

Sul Milan che vuole tornare ad essere più italiano: «Se il Milan deciderà di investire su profili italiani, dovranno prima di tutto essere da ... Milan. La qualità fa sempre la differenza. Ma diciamo così: a parità di qualità, io andrei sempre su un italiano».

Sul Milan degli Invincibili di Capello negli anni Novanta con tanti italiani: «Beh, per cominciare la difesa era tutta azzurra. Lo dico sempre: abbiamo costruito una casa magnifica perché avevamo delle fondamenta incredibili. Baresi, Maldini, Costacurta, Tassotti, Filippo Galli: tutti italiani, quasi tutti figli del settore giovanile. E poi Albertini, Donadoni, Massaro .... Avevamo Palloni d’oro, ma l’ossatura era italianissima. E gli italiani erano un punto di riferimento per tutti: per i nuovi arrivati, per gli stranieri che si univano al gruppo dopo ogni mercato, per me in panchina naturalmente».

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Sul discorso che valeva, allo stesso modo, per gli spagnoli al 'Bernabéu' con il Real Madrid: «Certo. Mi viene in mente Raúl: grande campione ma prima di tutto madridista, al 110%. Era un trascinatore assoluto, in campo e nello spogliatoio, perché sentiva il legame con il club in maniera speciale. E come lui gli altri spagnoli. Chi arriva al Real capisce subito dopo si trova: sei nel club più grande al mondo, ma sei anche in una squadra che è un tutt’uno col suo Paese».

Sulla stagione deludente del Milan figlia dell'ingaggio di quasi tutti stranieri: «Io onestamente non capisco cosa sia successo. Eppure la strada sembrava stata tracciata qualche anno fa: il Milan che ha vinto lo Scudetto nel 2022 aveva un allenatore italiano, Pioli, e in campo colonne come Tonali, lo stesso Calabria o Romagnoli. Anche Donnarumma ha fatto un grande percorso in rossonero, contribuendo alla risalita che ha riportato la squadra in Champions dopo una vita lontano dal torneo più importante d’Europa. Un torneo nel quale il Milan è storicamente di casa».

Sul blocco azzurro come chiave per fare strada anche nelle coppe: «Giocare per l’Inter, il Milan, la Juventus in Europa, da italiani, significa tantissimo: per prima cosa, difendere anche i colori del proprio Paese a livello internazionale».

Sui tanti giocatori italiani che i 'rumors' di calciomercato accostano al Milan: «Ma preferisco non soffermarmi sui singoli. Non è il mio lavoro, è il lavoro che spetterà al prossimo direttore sportivo rossonero, altra figura importantissima della quale un grande club non può fare a meno. Sono felice che se ne siano resi conto anche al Milan, finalmente. Quello che posso dire, senza ombra di dubbio, è che oggi ci sono giocatori italiani, anche nel giro della Nazionale, che starebbero benissimo al Milan. E che qualcuno di talento, i rossoneri ce l’hanno già tra le mani ...».

Su Francesco Camarda: «Ripeto: il mio Milan era pieno di campioni italiani cresciuti in rossonero. Camarda ha il potenziale per fare grandi cose: merita spazio, anche in Prima Squadra. In Spagna succede, anche nei grandi club ...». LEGGI ANCHE: Incredibile Milan, salta Paratici: non sarà il direttore sportivo. I motivi >>>

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