INTERVISTE

Capello: “Milan, Leao indolente ma è unico. Theo non cambia più ritmo”

Daniele Triolo Redattore 

Fabio Capello, ex allenatore del Milan, ha analizzato il difficile momento dei rossoneri di Stefano Pioli a 'La Gazzetta dello Sport'

Fabio Capello, ex allenatore del Milan, ha parlato a 'La Gazzetta dello Sport' oggi in edicola del delicato momento dei rossoneri di Stefano Pioli. Ecco, dunque, le sue dichiarazioni.

Milan, il parere di Capello sul momento del Diavolo

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Sui motivi delle tre partite giocate dal Milan in Champions League senza segnare: «Prima va fatta una distinzione. Nelle prime due gare la squadra non ha sfruttato le occasioni create, ha costruito le sue chance e poi le ha sbagliate. Dipende dalla tecnica del calcio o del colpo di testa, non da altro. A Parigi invece non è entrata quasi mai in area. Una sola volta si è trovata davanti al portiere avversario con Christian Pulisic che poi non ha fatto la scelta giusta, ha cercato più il gol facile con il passaggio centrale a Olivier Giroud invece che tirare. Ma lo stesso Pulisic si era trovato lì grazie a un rinvio lungo di Mike Maignan. Bene sfruttare il lancio del portiere ma non può certo diventare una strategia, non esiste».

Su Giroud e Rafael Leao che non segnano da tempo e il non aver preso un rinforzo in più davanti nell'ultimo mercato estivo: «È un problema. Ma più ancora che da Giroud, il Milan è sinistra-dipendente. Si appoggia tanto su quella fascia e sulle giocate di Theo Hernández e Rafa. E il problema ora è che anche Theo non cambia ritmo come ci ha abituato a fare. Leao è così, indolente ma anche unico con capacità di strappo e di dribbling. Deve migliorare sotto porta, nella precisione del tiro. Quest’anno deve rivedere anche i cross, negli anni scorsi era più attento. Ma sul fatto che possa mancare un giocatore non mi intrometto. Ho letto che il mercato è stato fatto in collaborazione con l’allenatore e mi basta».

Sulla difesa del Milan crollata sotto i colpi di Kylian Mbappé: «E’ un giocatore troppo difficile da marcare perché ha tecnica e una grandissima velocità di esecuzione, sa rubare il tempo come pochissimi altri. Ma è vero che accettare tanti uno contro uno con giocatori così significa quantomeno esporsi al rischio». Mercato Milan: attacco, lo scambio che fa felice Pioli >>>



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