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Milan, un retroscena sull’infortunio e un aneddoto: Capello ricorda van Basten

Fabio Capello AC Milan
Oggi è il 60esimo compleanno di Marco van Basten. Fabio Capello, ex allenatore del Milan, ne ha parlato così a SKY
Emiliano Guadagnoli Redattore 

Oggi è il 60esimo compleanno di Marco van Basten, uno degli attaccanti più forti della storia del Milan e del calcio. Quella del Cigno di Utrecht è stata una carriera ricca di trofei, successi ma anche di infortuni, in particolar modo alle caviglie, che lo costrinsero al ritiro dal calcio giocato nel 1995. Fabio Capello, ex allenatore rossonero, ne ha parlato così a SKY. 

Milan, Capello: "Van Basten? Ricordo che il dottor Monti...". Poi l'aneddoto sulle punizioni

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"Un centravanti unico per  tecnica, personalità e fiuto del gol. Era un attaccante completo che aveva giocate imprevedibili. Ed era un grande compagno di squadra che aiutava la squadra in entrambi le fasi. Era un giocatore imprevedibile".


Sull'infortunio

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"E' un grande dispiacere. Gli ho chiesto una delle ultime volte che l'ho visto perché non ha ascoltato il dottor Monti. Eravamo in tournée in Spagna, lui era in Grecia con la nazionale dopo che la domenica si era fatto male al ginocchio. Eravamo preoccupati, lo abbiamo chiamato e lui ci disse che il ginocchio era ok, ma aveva deciso di operarsi alla caviglia. Venne operato a St. Moritz. Mi ricordo cosa mi raccontò il dottor Monti: durante l'operazione disse al professore che lo stava operando che questa persona avrebbe dovuto giocare ancora a calcio. Lui lo guardò male come per dire che non capiva niente. Purtroppo lavorò molto male e rovinò la caviglia di Van Basten. Il dispiacere è che non ha ascoltato il dottor Monti che gli diceva che non era il momento di operarsi e che poteva andare avanti facendo delle cure. Il recupero fu molto lento, difficile e lungo. Rientrò, ma non era più lui perché non riusciva più a muoversi come prima".

Un aneddoto

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"Stavamo provando le punizioni prima di una partita a San Siro. Gli dissi che stava sbagliando la rincorsa. Lui ci riprovò un po' di volte e vide che le cose andavano meglio. In partita, punizione e gol. Quando insegni ai talenti, i talenti imparano subito". LEGGI ANCHE: Milan, Pellegatti: "Allegri? Devo vedere con i miei occhi". Una domanda su Cardinale

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