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Paolo Casarin, ex arbitro internazionale, parlato del discusso rigore concesso al Chelsea contro il Milan in Champions League per fallo di Fikayo Tomori su Mason Mount. Il suo pensiero è chiaro: queste le dichiarazioni rilasciate al 'Corriere della Sera'.
"Rigore sì o rigore no? Risposta secca: no. Tomori è ingenuo, si perde l’attaccante e sbaglia a mettergli le mani addosso una, due volte. Ma il contatto è troppo lieve. Lo dimostra il fatto che l’attaccante riesce a calciare. Per questo non è abbastanza per decretare il rigore. Un tempo non ci saremmo mai sognati di fischiare un fallo così. La verità è che oggi purtroppo questi rigorini spesso li danno. Ed è un grosso problema, che fa male al calcio. Lo sottolineo da anni. Mi colpisce che però molti se ne accorgano soltanto adesso, di fronte a un episodio così eclatante. Nel 2019-20 siamo arrivati a 187 rigori fischiati, quasi mezzo rigore a partita. Il doppio del grande Lo Bello, che aveva una media di 0,25 a partita".
"Quell’episodio (il rigore, ndr) è stato negativo per la partita ma anche per l’arbitro stesso, che si è innervosito e ha innervosito tutti. Otto ammonizioni e un’espulsione per una partita di Champions, tutto sommato corretta, pulita, sono troppe. Ma soprattutto sono la prova del fatto che a Siebert è scappata di mano la gestione complessiva". Nesta non dava una lira a Kakà: "Sembrava Gianni Morandi!". Ecco le dichiarazioni
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