Sulle prospettive di Inter e Milan in Champions League visto come sono andate l'anno passato: «Nella scorsa annata si sono incastrate un paio di situazioni particolari e pure fortunate, però credo che oggi entrambe siano più forti e abbiano maggiore consapevolezza. Se prima l'obiettivo era passare il girone, oggi entrambe, ma penso anche al Napoli, puntano ai quarti».
Sul girone dell'Inter: «Chiaramente il gruppo dell’Inter sulla carta è passabile, ma una squadra come il RB Salisburgo, con tanti giovani interessanti, in una gara può sempre metterti in difficoltà. E le trasferte contro Benfica e Real Sociedad non saranno una passeggiata».
Sul girone del Milan con PSG, Newcastle e Borussia Dortmund: «Dovrà giocare sei battaglie, tutte le squadre si toglieranno punti. Conterà partire bene, ma soprattutto finire alla grande».
Sulla favorita per la vittoria finale in Champions: «Manchester City, davanti al Bayern. Avendo finalmente vinto la coppa, il City si è tolto un peso, giocherà con meno pressione. Certo, i giocatori non dovranno rilassarsi troppo, ma Pep Guardiola non è il tipo da far abbassare la tensione».
"Maldini è una risorsa in qualsiasi ambiente. Ma il Milan ora è cresciuto"
—Su quanto l'ha sorpreso l'addio di Paolo Maldini al Milan: «Molto, come a tutti. Io posso solo dire che Paolo è una risorsa in qualsiasi ambiente lo si metta, ma deve fare qualcosa che gli piaccia, non la semplice bandiera. In questi anni ha dimostrato di sapere fare quel lavoro, però ora il Milan ha scelto un’altra metodologia, che non giudico. Vedremo i risultati».
Sul peso dell'assenza di Maldini e Zlatan Ibrahimović nel nuovo Milan: «Non credo, perché questo non è più il Milan di due-tre anni fa, i ragazzi sono cresciuti, ora sono uomini. E in più bisogna riconoscere come Pioli sia diventato un allenatore molto bravo. Ha sempre avuto belle idee, ora è più sicuro nell’applicarle».
Sulle criticità del Milan nella lotta per lo Scudetto: «Il Milan non avrà problemi a centrocampo e in attacco, pongo quindi l’attenzione sulla difesa. La stagione di Stefano Pioli passa dalle prestazioni di Fikayo Tomori, Malick Thiaw e Pierre Kalulu: se alzeranno il livello rispetto all’anno scorso, allora il Milan potrà arrivare in fondo in ogni competizione. Questa è la grande incognita».
Sulle criticità dell'Inter nella lotta per lo Scudetto: «Se i nerazzurri eguagliassero l'asticella raggiunta l'anno scorso, avrebbero già ottenuto un grande successo. Credo che il rebus per Inzaghi sia in attacco dove ha perso Edin Džeko e Romelu Lukaku, però se Marcus Thuram sarà sempre quello visto contro la Fiorentina, allora ... Tenendo presente questo Lautaro Martínez: dopo il Mondiale, giocato male, gli è scattato qualcosa e oggi si sente un grande attaccante e non ne vedo in giro molti più forti di lui».
Sull'idea che si è fatto della vicenda Lukaku: «Credevo che l'Inter fosse la sua confort zone. È stato sorprendente pensando ai suoi moti d'affetto verso l'ambiente nerazzurro, i baci alla maglia. Cose che poteva evitare e che alla lunga stufano. Diciamo che Lukaku probabilmente è un po' labile nei sentimenti».
Sul possibile inserimento di altre squadre nella lotta Scudetto oltre Inter e Milan: «Il Napoli sicuramente lo metto fra Inter e Milan, anche se la perdita di Kim Min-Jae, il miglior difensore d'Europa nella scorsa annata, è molto importante. E poi occhio alla Juventus. Non avrà le coppe e questo sarà un vantaggio. I bianconeri hanno una buona difesa, un centrocampo che potrebbe migliorare con Paul Pogba se stesse finalmente bene. E i due davanti, Federico Chiesa e Dušan Vlahović, che io chiamo i due cocciuti, sono molto forti. Ovvio che i conti vadano rispettati e la Juventus era giusto che valutasse offerte per loro, ma al tempo stesso sono convinto che Cristiano Giuntoli non volesse cederli, perché sono bravi, giovani e possono avere tanti anni davanti. Devono togliersi dalla testa alcuni pensieri che non li fanno rendere al meglio perché insieme possono essere devastanti. E con loro la Juventus può lottare per lo Scudetto».
Sulla sorpresa del campionato di Serie A: «Penso possa essere l'anno del Torino. Mi è piaciuto l’arrivo di Duván Zapata, così come l’atteggiamento di Alessandro Buongiorno nel dire no all’Atalanta, da grande capitano». Milan, che colpo sfiorato l'ultimo giorno di mercato >>>
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