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Milan, Lanzoni: “Avrei voluto gridare ai gol nel derby. Su Ibrahimovic …”

Redazione
Germano Lanzoni, speaker del Milan, ha rilasciato un'intervista a Tuttosport. Molti i temi affrontati dal derby al ruolo di Ibrahimovic

Se qualcuno avesse dovuto immaginare il copione di un derby da sogno, l'avrebbe scritto proprio così. Con Matteo Gabbia che segna sotto la Curva Sud a pochi minuti dalla fine, perché il Milan lo ha sempre portato nel cuore, fin da bambino. Sono le parole di Germano Lanzoni, lo speaker del "diavolo", rilasciate a Tuttosport. Ma non solo: Lanzoni è anche un'icona, l'ironico "Milanese Imbruttito", un manager nato e cresciuto a Milano, entrato nell'immaginario collettivo, che ora ritorna sul grande schermo con "Ricomincio da Taaac". Nella pellicola, il protagonista perde lavoro, casa e famiglia, ma non la grinta, l'umiltà e la voglia di ricominciare. Un film che vive anche di passione rossonera, una passione cresciuta col tempo. Lanzoni è diventato milanista grazie al nonno, anche se da bambino, come spesso accade, si schierava contro il fratello interista.

Il rapporto con i giocatori

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"Ricorderò sempre che, in passato, Clarence Seedorf è stato l’unico a interrompere il riscaldamento per venire a stringermi la mano. Ora con tutti ci scambiamo sorrisi, mi fanno capire che sanno chi sono e che mi apprezzano. Forse con Rafael Leao c’è un legame un po’ più speciale".

Tra derby e futuro

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"Sarebbe stato emozionante gridare i nomi di Pulisic e Gabbia nel derby. Mi viene in mente il colpo di testa di Ronaldinho, lo stadio esplose: con Gabbia sarebbe successo di nuovo. Un nome che sogno di poter urlare a San Siro in futuro è quello di Francesco Camarda. Un ragazzo che ha la Curva Sud tatuata; un giocatore di Milano e del Milan. Sono ancora un po' romantico, vero?".

Fonseca e Ibrahimovic

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"Se questo è stato il derby di Fonseca? Giudicare un allenatore dopo appena tre partite sarebbe stato assurdo. Ho notato però un cambiamento importante nello spirito della squadra, ed è proprio ciò che i tifosi vogliono vedere. Dopo la vittoria, negli occhi dei giocatori c'era qualcosa di nuovo, qualcosa di diverso.


Riguardo Ibrahimovic, posso dire che stiamo imparando a conoscerlo giorno per giorno nel suo nuovo ruolo da dirigente. Ha tutte le carte in regola per riuscire, è profondamente legato al Milan. Da giocatore, basta un gol per zittire le critiche, ma come dirigente è un’altra storia. Ma lui è Ibra, e come 'Dio', può fare qualsiasi cosa". LEGGI ANCHE: Probabili formazioni, Milan-Lecce: Fonseca cerca la continuità