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Roberto Donadoni (ex giocatore AC Milan) ha rilasciato un'intervista alla Gazzetta dello Sport (credits: Getty images)
Roberto Donadoni, ex giocatore rossonero, ha rilasciato un'intervista ai microfoni della Gazzetta dello Sport. Donadoni ha parlato anche di Parma-Milan, gara che si giocherà oggi al Tardini. Ecco cosa ha detto: "Entrambe si giocano tantissimo. Il Milan deve assolutamente tenere il passo Champions, per il Parma è fondamentale aggiungere punti salvezza».
Ripartiamo dal Milan: Pioli si trova in una situazione nuova, deve tenere a distanza la concorrenza Champions. Subirà la pressione del risultato a tutti i costi?
«Sarà un ulteriore test, un banco di prova anche da questo punto di vista. Serve per capire meglio i giocatori che hai a disposizione: la loro reazione mentale sarà significativa, considerando anche che su molti di loro pesa un logorio fisico inevitabile dopo aver giocato così tante partite. Ma credo che chi punta in alto deve farlo come si deve: il Milan pensi a chi gli sta davanti, per quanto complicato sia oggi lo scudetto può ancora pensare di guadagnare punti sull’Inter. Per quello che ha fatto vedere finora, la squadra deve avere questa mentalità. Al contrario non cada nell’errore di voltarsi indietro: se ti guardi alle spalle diventa tutto più difficile, subentra la paura, perdi certezze. La concorrenza agguerrita era preventivabile e deve essere solo uno stimolo in più: resto fiducioso».
Il 2021 ha restituito un Milan meno brillante e continuo. Come può recuperare lo slancio di inizio stagione?
«Dall’esterno è difficile dire cosa sia successo ma di certo è arrivato il momento di raccogliere tutte le risorse possibili per evitare passi falsi. Vanno cancellati tutti i discorsi collaterali che portano via energia, dal mercato in poi. I rinnovi di contratto sono un tarlo che può restare nella testa dei calciatori, le situazioni ancora aperte andrebbero chiarite il prima possibile».
Se occorrono giocatori di carattere, il Milan può stringersi intorno al ritrovato Ibrahimovic. Si aspettava potesse guadagnarsi il rinnovo e festeggiare i 40 anni in rossonero?
«Zlatan è un campione di personalità. Quest’anno non è sempre stato disponibile, ma quando ha giocato è stato quasi sempre incisivo. Fa bene la società a ritenerlo indispensabile. Intorno a lui si dovrà costruire e far crescere, anno dopo anno, un gruppo altrettanto competitivo. Già quest’anno ho trovato piacevoli conferme in Calabria, Kessie e anche Tomori. Tutti e tre si sono dimostrati all’altezza, di spessore anche a livello caratteriale».
Crede invece che qualcuno abbia fallito il salto di qualità?
«Nessuno poteva aspettarsi il Milan secondo a questo punto della stagione. Vanno riconosciuti i meriti a tutti, squadra, allenatore e società. Poi è normale che in ogni stagione, anche nelle migliori degli anni ruggenti, ci sia qualcuno che non rende per quanto ci si aspettava. Ma non penso a Tonali: questi mesi gli sono servite per capire come si vive in un club di tale importanza, l’anno prossimo sarà quello della sua affermazione».
Vale anche per i talenti dell’attacco?
«Da Leao a Brahim Diaz, fino ad Hauge: giocatori di grandi potenzialità, ma che hanno ancora molto da dimostrare. Ho visto sprazzi di cose buone ma senza troppa continuità, quella che occorre a un buon giocatore per salire a un livello superiore».
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