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Milan, Fabio Volo: “Meriterebbe lo Scudetto, ma sarà dura”

Stefano Bressi

Fabio Volo ha parlato di Milan e tanto altro in questa bella intervista. Ecco le sue dichiarazioni, anche sulla nazionale italiana.

Un inizio di stagione esaltante per il Milan, che coinvolge nell'entusiasmo anche Fabio Volo, noto scrittore e conduttore. La Gazzetta dello Sport lo ha intervistato e Fabio Volo ha parlato della sua grande passione, la Nazionale, ma non solo. Dopo il pareggio dell'Italia, ad addolcirgli il risveglio ci ha pensato il primo posto nella classifica dei libri più venduti della settimana di Una vita nuova, il suo undicesimo libro, a tratti autobiografico e a suo dire anche il più intimo. Ecco però tutte le sue dichiarazioni sul calcio.

Sul match decisivo dell'Italia: "Io sono fiducioso. Non riesco a immaginare che dopo aver vinto l’Europeo l’Italia non si qualifichi per il Mondiale. Probabilmente quel grande successo ha fatto sì che i giocatori siano scesi poi in campo con la pancia piena. Non dico che siano meno motivati, ma comunque sono ragazzi che hanno già gioito, già mangiato. Io credo di aver avuto un certo successo non perché avessi qualche particolare talento, ma per la mia fame. È possibile che gli azzurri dopo l’impresa di Wembley si siano sentiti un po’ sazi, ma sono certo che dopo la sfida di ieri siano pronti a divorare gli avversari. Non voglio portare sfiga, ma io penso proprio che passeremo noi".

Chi può fare la differenza a Belfast: "Federico Chiesa prima di tutti e poi Andrea Belotti. Abbiamo bisogno di gol, quindi mi affido a loro. Tra l’altro il Gallo è nato a Calcinate come me, in provincia di Bergamo. Poi io sono cresciuto a Brescia».

Sul tifo per il Brescia: "Beh sì, andavo allo stadio a vedere Tullio Gritti, grande attaccante della stagione 1988-89. Poi, complice il gemellaggio, ho iniziato ad appassionarmi al Milan di Sacchi, Gullit e Van Basten. Anni meravigliosi. Ecco, se dovessi indicarvi i miei idoli sportivi direi quei due fenomeni olandesi e ovviamente Roberto Baggio".

Sulla presenza allo stadio: "Ho ripreso quest’anno per accompagnare i miei figli. Si sono appassionati al calcio proprio durante l’Europeo, adesso anche loro si dividono tra Milan e Brescia. Considerato che l’Italia ha vinto e le nostre squadre sono prime in classifica in Serie A e in Serie B, mi sembra che i ragazzi siano partiti bene...".

Un parere sul Milan: "Ho quasi paura a dirlo... Però se lo meriterebbe. È una squadra giovane, con un bel progetto, speriamo sia l’anno dei frutti! Però dobbiamo stare attenti: io temo molto l’Inter, più del Napoli, e diffido pure della Juventus nonostante sia lì sotto. La strada è lunga, bisogna durare tanto e alla fine in pochi riescono a tenere certi ritmi".

Sulla foto con Vialli: "Scattata negli studi di Fabio Fazio. L’ho incontrato due-tre volte e c’è stato qualche scambio di messaggi, è una persona con una storia emotiva forte e sono certo sia stato determinante anche nel trionfo di quest’estate. È stato trascinante. La sua vittoria individuale è diventata vittoria collettiva e vederlo gioire in campo mi ha emozionato. La sua è una storia che potrebbe anche ispirare un mio libro, del resto lo sport si presta alla narrazione: gioia, lotta, cadute, gloria, c’è tutto. E tra i calciatori ci sono tante vite fatte di sacrifici che varrebbe la pena scrivere, visto che molti, come me, vengono da famiglie umili".

Se sta pensando a qualcuno in particolare: "Beh, la storia di Mario Balotelli è importante. Forse però cambierei il finale... Fino a un certo punto è andato alla grande, poi dev’essere successo qualcosa, ma non ho davvero capito cosa".

Sui calciatori conosciuti: "Ne ho conosciuti tanti e parlano tutti volentieri con me perché non chiedo mai nulla di calcio. Sono bravi ragazzi, ma io non li invidio per niente. Non hanno una vita facile, gestire la popolarità è durissima perché nel calcio la gente non ha misura. Se perdono una gara e il giorno dopo li beccano a mangiare una pizza succede il finimondo. È come se in qualche modo fossero proprietà del tifoso ed è ovviamente sbagliato. Non dimentichiamoci che sono giovani e spesso non riescono a schermarsi dal bello e dal brutto della popolarità".

Nel suo libro, “Una vita nuova”, il protagonista percorre l’Italia a bordo di una Fiat 850 Spider. Quale sportivo porterebbe con sé: "Michael Jordan. È stato un grandissimo nei tempi in cui seguivo l’Nba, un campione assoluto. E adesso grazie a Space Jam è l’idolo anche dei miei figli. Quindi me lo porterei a casa per farglielo conoscere!"

Il libro racconta di un figlio che vuole recuperare la vecchia auto del padre per rivederlo felice. Se c’è un evento sportivo che vorrebbe rivivere per esplodere di gioia: "La finale del Mondiale dell’82 tra Italia e Germania Ovest. Avevo 10 anni e la vidi dai nonni sul lago d’Iseo. Ricordo che nel delirio dei festeggiamenti passò un camion con sopra una donna nuda. Avevo vinto il Mondiale e visto la mia prima donna nuda, può esistere per un uomo un momento di maggiore felicità?»

Su Valentino Rossi: "Tra tutti gli sportivi Valentino è quello che conosco meglio, è un ragazzo molto divertente, con la follia giusta per fare quel lavoro. Certo, sapere che non correrà più fa effetto e sono anche sicuro che non sia per niente facile smettere dopo tanti anni trascorsi in pista con la passione che aveva lui. Ma ha tutti gli strumenti per continuare a fare cose importanti, ha una testa vincente".