Alessandro Florenzi, terzino del Milan, ha parlato dal ritiro della Nazionale italiana dell'Italia ma anche della sua esperienza in rossonero.
INTERVISTE
Milan, Florenzi: “Tornare a Wembley sarà speciale. Milan e Italia simili”
Il terzino del Milan e dell'Italia Alessandro Florenzi ha parlato in conferenza stampa di Chiellini e della nazionale. Queste le sue parole.
L'ex terzino della Roma, come evidenziato da Tuttosport, si è soffermato anche sulla figura di GiorgioChiellini. Queste le sue dichiarazioni.
Su Giorgio Chiellini: "Ci lascia una leggenda, mercoledì dovremo dargli il giusto tributo vincendo con l'Argentina. Lui e Ibrahomivic simili? In campo non proprio, uno mena lì, l'altro fuori. Ma a livello di carisma si assomigliano molto. Di Giorgio ci mancheranno il sorriso, i suoi discorsi, la tranquillità che ha sempre. Con lui in campo mi sento bene, è un grande, uomo di poche parole ma efficaci. Non scorderò mai il suo sorriso a Jordi Alba in semifinale, ci trasmise grande serenità".
Sulla gara con l'Argentina: "Tornare a Wembley sarà un'emozione speciale. Vero che la delusione di non andare ai Mondiali è enorme, ma il trionfo di luglio resta indelebile. Ci sono molte analogie fra Italia e Milan, entrambe partite senza i favori del pronostico ma entrambe vincenti grazie a mix di esperienza e gioventù".
Sul futuro e su Maldini: "Non sa il suo futuro uno come Paolo Maldini, figuriamoci il sottoscritto. Ora ci sono la Nazionale e le vacanze, poi si vedrà. Di Maldini dico che l'ho conosciuto da vicino ed è un uomo di grandi valori, con Massara ha creato una base per un obiettivo inimmaginabile. Un Milan senza Maldini è come la Roma senza Totti e De Rossi".
Sulla Roma: "Non potevo festeggiare la Conference League in incognito ma lo avrei fatto. Mi dispiace non aver vinto qualcosa con quella maglia".
Sulla mancata qualificazione al Mondiale: "Ancora oggi fatico a capire, fossimo usciti col Portogallo sarebbe stato diverso, ma la Macedonia, con tutto il rispetto, non era al nostro livello. Questo però è il calcio, bisogna giocare ogni partita come una finale".
Su Mancini e sulla Nazionale: "Se ho temuto che Mancini lasciasse a marzo? Ho avuto più paura che andasse via dopo l'Europeo. Una mia sensazione. Io continuerò a finché il ct mi chiamerà, siamo pagati per fare il mestiere più bello della storia. Mi sento fortunato, questa maglia l'hanno indossata meno di mille persone, è un privilegio".
Sulle parole di Klopp sulla Nations League: "Giocare ogni tre giorni ora non è facile, ma non è un torneo ridicolo. Lo avessimo vinto saremmo andati al Mondiale".
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