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VERONA, ITALY - MAY 08: Alessandro Florenzi of AC Milan celebrates during the Serie A match between Hellas Verona FC and AC Milan at Stadio Marcantonio Bentegodi on May 08, 2022 in Verona, Italy. (Photo by Alessandro Sabattini/Getty Images)
Alessandro Florenzi, terzino del Milan, ha parlato dal ritiro della Nazionale italiana dell'Italia ma anche della sua esperienza in rossonero.
L'ex terzino della Roma, come evidenziato da Tuttosport, si è soffermato anche sulla figura di GiorgioChiellini. Queste le sue dichiarazioni.
Su Giorgio Chiellini: "Ci lascia una leggenda, mercoledì dovremo dargli il giusto tributo vincendo con l'Argentina. Lui e Ibrahomivic simili? In campo non proprio, uno mena lì, l'altro fuori. Ma a livello di carisma si assomigliano molto. Di Giorgio ci mancheranno il sorriso, i suoi discorsi, la tranquillità che ha sempre. Con lui in campo mi sento bene, è un grande, uomo di poche parole ma efficaci. Non scorderò mai il suo sorriso a Jordi Alba in semifinale, ci trasmise grande serenità".
Sulla gara con l'Argentina: "Tornare a Wembley sarà un'emozione speciale. Vero che la delusione di non andare ai Mondiali è enorme, ma il trionfo di luglio resta indelebile. Ci sono molte analogie fra Italia e Milan, entrambe partite senza i favori del pronostico ma entrambe vincenti grazie a mix di esperienza e gioventù".
Sul futuro e su Maldini: "Non sa il suo futuro uno come Paolo Maldini, figuriamoci il sottoscritto. Ora ci sono la Nazionale e le vacanze, poi si vedrà. Di Maldini dico che l'ho conosciuto da vicino ed è un uomo di grandi valori, con Massara ha creato una base per un obiettivo inimmaginabile. Un Milan senza Maldini è come la Roma senza Totti e De Rossi".
Sulla Roma: "Non potevo festeggiare la Conference League in incognito ma lo avrei fatto. Mi dispiace non aver vinto qualcosa con quella maglia".
Sulla mancata qualificazione al Mondiale: "Ancora oggi fatico a capire, fossimo usciti col Portogallo sarebbe stato diverso, ma la Macedonia, con tutto il rispetto, non era al nostro livello. Questo però è il calcio, bisogna giocare ogni partita come una finale".
Su Mancini e sulla Nazionale: "Se ho temuto che Mancini lasciasse a marzo? Ho avuto più paura che andasse via dopo l'Europeo. Una mia sensazione. Io continuerò a finché il ct mi chiamerà, siamo pagati per fare il mestiere più bello della storia. Mi sento fortunato, questa maglia l'hanno indossata meno di mille persone, è un privilegio".
Sulle parole di Klopp sulla Nations League: "Giocare ogni tre giorni ora non è facile, ma non è un torneo ridicolo. Lo avessimo vinto saremmo andati al Mondiale".
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