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Milan, Gullit a tutto tondo: Fonseca, Ibrahimovic, Scudetto e non solo

Emiliano Guadagnoli Redattore 
Ruud Gullit, ex giocatore e leggenda del Milan, ha parlato delle prospettive del Diavolo. Da Fonseca a Ibrahimovic passando per lo Scudetto

Ruud Gullit, ex giocatore e leggenda del Milan, è stato il protagonista di una lunga intervista a 'La Gazzetta dello Sport'. Argomento ovviamente il suo Milan. Morata, Reijnders, Fonseca, Ibrahimovic e non solo. Ecco il parere dell'olandese sulle prospettive del Diavolo. Scudetto possibile? Ecco la sua idea.

Su Morata

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«Morata è un grande acquisto, un attaccante che sa far gol, ma che i compagni devono mettere nelle condizioni di poter far male. Lui il suo contributo lo dà sempre perché svaria per tutto il fronte offensivo e apre gli spazi. Uno così fa sempre comodo e può risolvere tanti problemi».

Su Zirkzee

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«Zirkzee avrebbe fatto meglio a dire sì al Milan invece di trasferirsi in Inghilterra al Manchester United. Conosceva la Serie A e per la sua maturazione gli sarebbero state molto utili un altro paio di stagioni in questo torneo, ma in un top club come il Milan. Adesso invece è in una società che ha tanti problemi e che non facilita la sua crescita».

Su Reijnders

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«Lo avevo visto qualche anno fa nella seconda squadra dell’Az Alkmaar e, anche se si notava la sua qualità, non ero sicuro che sarebbe diventato il giocatore che è ora. La scorsa stagione in rossonero ha avuto una crescita incredibile, sotto l’aspetto della personalità e del rendimento, e poi ha disputato un grande Europeo con l’Olanda. E’ un elemento chiave per il Milan e per la nazionale».


Se ha esultato dopo il derby

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«Certo. I colori rossoneri mi sono rimasti nel cuore. Il successo con l’Inter è stato meritato perché nella ripresa la formazione di Fonseca è venuta fuori con carattere e ha imposto il suo gioco».

Su Fonseca

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«Il suo è un calcio... ambizioso: certi risultati li raggiungi più facilmente con il gioco e lui sta puntano su quello. Ci vuole un po’ di tempo per trasmettere le sue idee alla squadra, ma la strada mi sembra quella giusta come testimoniano i tre successi di fila in campionato».

Obiettivo Scudetto?

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«Parlo da tifoso e dico di sì. Ciò premesso, credo che non sia giusto mettere pressione a questo gruppo che nelle ultime due estati ha cambiato quasi due terzi della rosa, oltre all’allenatore che ha un modo diverso di giocare rispetto al suo predecessore. Due pareggi e una sconfitta nelle prime tre giornate non rappresentavano certo il valore del Milan. Gli ultimi tre successi in Serie A hanno rimesso le cose a posto, anche se la squadra è ancora in fase di crescita: deve lavorare giorno dopo giorno perché i margini di miglioramento sono notevoli soprattutto in fase difensiva».

Sulla Champions

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«La nuova Champions ha una formula diversa rispetto al passato e, con otto partite nella prima fase, dà la possibilità di rimontare. Il calendario del Milan era obiettivamente complicato perché trovarsi di fronte il Liverpool e il Borussia Dortmund, per una formazione che lavora insieme da neppure tre mesi, non è il massimo».

Su Ibrahimovic dirigente

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«Io lo conosco da diversi anni, da quando era giovane e giocava in Olanda. Ibra era un calciatore diverso dagli altri e adesso è una persona... diversa dalle altre. Non è convenzionale nel modo di comunicare, ma sicuramente i suoi atteggiamenti aiutano a togliere pressione alla squadra. Non fa mai niente di casuale e le sue conferenze stampa non sono noiose. Deve restare anche da dirigente? Senza dubbio. Il mondo del calcio ha bisogno di lui così com’è. Anzi, di Ibrahimovic ne servirebbero altri... Soprattutto perché è competente e il talento lo riconosce a prima vista: pochi nella storia del calcio ne hanno avuto quanto lui. Sono convinto che al Milan farà un bel lavoro: da calciatore voleva sempre vincere e adesso non credo che abbia cambiato mentalità. Anzi...». LEGGI ANCHE: Calciomercato Milan - Emerson Royal non va. Occhi in Premier League?