Se ha esultato dopo il derby
—«Certo. I colori rossoneri mi sono rimasti nel cuore. Il successo con l’Inter è stato meritato perché nella ripresa la formazione di Fonseca è venuta fuori con carattere e ha imposto il suo gioco».
Su Fonseca
—«Il suo è un calcio... ambizioso: certi risultati li raggiungi più facilmente con il gioco e lui sta puntano su quello. Ci vuole un po’ di tempo per trasmettere le sue idee alla squadra, ma la strada mi sembra quella giusta come testimoniano i tre successi di fila in campionato».
Obiettivo Scudetto?
—«Parlo da tifoso e dico di sì. Ciò premesso, credo che non sia giusto mettere pressione a questo gruppo che nelle ultime due estati ha cambiato quasi due terzi della rosa, oltre all’allenatore che ha un modo diverso di giocare rispetto al suo predecessore. Due pareggi e una sconfitta nelle prime tre giornate non rappresentavano certo il valore del Milan. Gli ultimi tre successi in Serie A hanno rimesso le cose a posto, anche se la squadra è ancora in fase di crescita: deve lavorare giorno dopo giorno perché i margini di miglioramento sono notevoli soprattutto in fase difensiva».
Sulla Champions
—«La nuova Champions ha una formula diversa rispetto al passato e, con otto partite nella prima fase, dà la possibilità di rimontare. Il calendario del Milan era obiettivamente complicato perché trovarsi di fronte il Liverpool e il Borussia Dortmund, per una formazione che lavora insieme da neppure tre mesi, non è il massimo».
Su Ibrahimovic dirigente
—«Io lo conosco da diversi anni, da quando era giovane e giocava in Olanda. Ibra era un calciatore diverso dagli altri e adesso è una persona... diversa dalle altre. Non è convenzionale nel modo di comunicare, ma sicuramente i suoi atteggiamenti aiutano a togliere pressione alla squadra. Non fa mai niente di casuale e le sue conferenze stampa non sono noiose. Deve restare anche da dirigente? Senza dubbio. Il mondo del calcio ha bisogno di lui così com’è. Anzi, di Ibrahimovic ne servirebbero altri... Soprattutto perché è competente e il talento lo riconosce a prima vista: pochi nella storia del calcio ne hanno avuto quanto lui. Sono convinto che al Milan farà un bel lavoro: da calciatore voleva sempre vincere e adesso non credo che abbia cambiato mentalità. Anzi...». LEGGI ANCHE: Calciomercato Milan - Emerson Royal non va. Occhi in Premier League?
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