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L'intervista di Giorgio Furlani (CEO AC Milan) al 'Corriere della Sera' sul Decreto Crescita | Milan News (Getty Images)
Giorgio Furlani, amministratore delegato del Milan, ha commentato brevemente al 'Corriere della Sera' la notizia della mancata proroga governativa per il Decreto Crescita. Ovvero, quella norma che prevedeva agevolazioni fiscali per i club che acquistavano calciatori all'estero, a patto che questi ultimi mantenessero la residenza fiscale in Italia per almeno due anni consecutivi.
"Io ho vissuto e lavorato tanti anni in Inghilterra dove il settore calcio viene considerato alla stregua di ogni altro comparto industriale. Da noi è ritenuto il giocattolo dei Presidenti, come avveniva 20 anni fa. Dobbiamo fare un ragionamento di sistema, non limitato alle sorti del singolo club", ha esordito Furlani sulla questione.
"Non si comprende che spendendo di meno, acquisteremo meno giocatori di spessore. E con il ridimensionamento tecnico diminuiranno gli sponsor. Così aumenterà il gap rispetto alle altre leghe, che ad esempio già beneficiano dei proventi da aziende del betting a noi preclusi. Senza il Decreto Crescita il rinnovo di Rafael Leao sarebbe stato impossibile", ha commentato il CEO rossonero.
Lanciando, di fatto, segnali inquietanti ai tifosi del Diavolo su Mike Maignan, il cui contratto scadrà il 30 giugno 2026 e che aveva appena iniziato i negoziati per il suo prolungamento. A cifre lorde, però, che rischiano di diventare ora ben distanti da quanto il club di Via Aldo Rossi potrebbe permettersi. LEGGI ANCHE: Mercato Milan, l'agente di Dragusin esce allo scoperto >>>
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