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Milan, Gabbia: “Non mi aspettavo l’esordio. A San Siro grazie ai nonni”

Renato Panno

Matteo Gabbia, difensore del Milan, ha parlato del suo esordio con la maglia rossonera, ricordando i meriti dei suoi nonni

Matteo Gabbia, difensore del Milan, ha parlato del suo esordio con la maglia rossonera e non solo. Nel corso del racconto, il classe 1999 conferisce gran parte del merito ai suoi nonni. Queste le dichiarazioni ai microfoni di 'Cronache di Spogliatoio'.

"Sono stati loro a portarmi allo stadio: abbonamento nel primo anello, settore arancio. Il pre-partita riesco ancora a riviverlo. Quando giocavamo nel posticipo serale, ci trovavamo a casa loro insieme a mio cugino. Facevamo merenda, mangiavamo un toast prosciutto e formaggio e scendevamo. A piedi fino all’incrocio, dove il pullman dei tifosi ci aspettava per portarci allo stadio. Quel Milan era tra le squadre più grandi al mondo ed era davvero un sogno entrare lì dentro. Se ci penso, ricordo lo stadio che si apre ai miei occhi, il profumo fortissimo dell’erba del campo".

"Quel giorno, il 17 febbraio, ero io a prendermi cura di mia nonna. Avevo esordito in Serie A. Non mi aspettavo che sarebbe successo proprio in quelle ore. Simon si era infortunato, Pioli aveva chiamato Musacchio, che gli rispose: "Non ce la faccio, mi fa ancora male il polpaccio". Il mister non esitò: "Allora Matteo entri te". Era inverno, un freddo tremendo. Ero vestito come uno che sa di non entrare. In 3 secondi mi spogliai, credo di essermi tolto il giubbotto senza neanche abbassare la zip. I parastinchi, dalla foga e la fretta, mi scivolarono pure dalle mani! E alla fine niente, eccomi lì, in mezzo alla difesa insieme a Romagnoli. Se quel giorno avevo sostituito Simon Kjær nella Scala del Calcio, il merito e la colpa erano di Adriana e Gilberto, i miei nonni". Liverpool-Milan, le probabili formazioni di questa sera ad 'Anfield' >>>