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Milan, Galli: “Tanti problemi nella squadra. Gabbia ha voglia di imparare”

Filippo Galli AC Milan
Galli, storico difensore del Milan, con cui ha vinto tutto, ha parlato della situazione attuale rossonera e in particolare di un giocatore
Stefano Bressi Redattore 

Ospite del canale YouTube di Carlo Pellegatti c'è stato Filippo Galli, storico difensore del Milan, che per 13 anni e mezzo ha vestito la maglia rossonera vincendo ovviamente tutto e da protagonista. Di esperienza ne ha da vendere e sulla situazione attuale del Milan, con Paulo Fonseca un po' in difficoltà commenta così.

Cosa sta succedendo al Milan: "Difficile dirlo. È chiaro che sono segnali che danno un po' fastidio, che stanno un po' a dire che forse non c'è chiarezza di comunicazione se non altro. Dispiace perché già quello che si era visto con la Lazio, all'Olimpico, era qualcosa che ha dato fastidio, poi sembrava essere rientrato, però poi ci ripresentiamo a Firenze con questi episodi legati al rigorista che non riesce a calciare il calcio di rigore pur essendo lui quello designato. È chiaro che però manca una comunicazione anche da parte del club, ci faccia capire cosa davvero sia successo. Una volta che sappiamo come sono andate le cose, forse uno può dare anche un parere che sia con più cognizione di causa. Così si pensa solo che non ci sia rispetto soprattutto tra i giocatori, al di là poi delle consegne dell'allenatore, però non c'è stato rispetto soprattutto da parte dei giocatori verso i propri compagni e verso anche l'allenatore. Questo è davvero un peccato, ci dispiace, anche perché il rispetto credo che sia una delle cose più importanti, soprattutto in un momento e in una squadra come il Milan che veniva anche da una sconfitta, quella di Leverkusen, seppur giocando una discreta partita, in campionato dovevamo mantenere quella serie di risultati positivi che ci avrebbero permesso di essere lì a ridosso del Napoli. Invece adesso siamo un po' staccati".


Se se lo aspettava o pensava fosse passato il peggio dopo la vittoria nel Derby: "Sì. Direi di si, perché si era vista una squadra che al di là dell'atteggiamento, sembrava almeno che avesse acquisito le conoscenze di quello che viene fatto in allenamento. Invece c'è stato un passo indietro, un po' come quando giochi il gioco dell'Oca, quando arrivi nella casella torna all'inizio, alla partenza. È stato un po' questo il risveglio nella notte di Firenze. E questo è spiaciuto un po' a tutti, a noi milanisti, a chi piace il calcio e chi pensa che il Milan debba stare ai livelli alti della classifica".

Su Matteo Gabbia: "Io credo che Matteo abbia da parte sua questa capacità di saper essere concentrato sul compito. È un giocatore che è cresciuto con noi, nel Milan. Quando ero responsabile del settore giovanile era un centrocampista, noi insistemmo con lui per farlo giocare da difensore centrale perché ritenevamo che avesse questa capacità di far uscire il gioco. Nel 2012 cominciammo a costruire dal basso, non per esercizio di stile ma perché ritenevamo che fosse uno strumento a livello formativo importante. Lui non voleva mettersi lì, in quella zona di campo, perché lo allontanava dalla porta avversaria. Ha avuto delle resistenze che però è sempre stato in grado di esprimere con grande carattere ed educazione. Ad un certo punto la nostra insistenza aveva portato anche del nervosismo nel ragazzo, durante gli allenamenti, calciava la palla in avanti. Però credo che questo percorso di formazione e di crescita l'abbia aiutato. Dopodiché i meriti sono nei ragazzi".

Se pensavano sarebbe arrivato a questi livelli: "Credo che diventiamo tutti bugiardi, dei maghi che pensano di avere la sfera di cristallo. Ogni giocatore per noi è un giocatore che ha delle potenzialità, un valore, e si cerca di lavorare nel migliore dei modi, con coscienza, dopodiché Gabbia è un giocatore, ripeto, che ha dalla sua, dal punto di vista del talento, se vogliamo chiamarlo così, la voglia di continuare ad imparare, di mettersi a disposizione".

Su Fikayo Tomori: "È vero ha commesso degli errori, disattenzioni, però sul gol specifico, il secondo di Firenze, secondo lì l'errore lo fa Theo. Theo non va a dare la copertura. Quando Tomori va a saltare, che poi non la prende, ma quando uno dei due centrali fa a saltare, l'altro centrale, Gabbia, gli dà copertura, dalla sua parte Hernandez non gli dà copertura".

Se per lui questo Milan è forte e cosa gli manca: "Io credo che sia un Milan che abbia dei valori. Ha dei giocatori forti. È chiaro che oggi non stanno dimostrando. Il totale non è dato dalla somma dei singoli giocatori ma nel modo in cui questi riescono ad interagire fra di loro. Ed oggi i giocatori non riescono ad interagire tra di loro in maniera tale da poter dare una prestazione valida dalla cui dovrebbe conseguire un risultato. Oggi non riusciamo ad avere quella continuità".

Su Camarda: "È un problema grosso quello sulle fluidità fra le varie categorie. Il problema è che quando poi tu non ti decidi di puntare su un giocatore, succede che alzi un giocatore dall'U23 alla prima squadra per coprire un buco, però lì non gioca. Quindi non gioca in prima squadra e neanche con l'U23, e quindi perde l'occasione per fare il momento di formazione più importante, la partita. Quindi il ragazzo ha perso un'occasione nella sua categoria, che non è la sua categoria, e l'ha perso in prima squadra, e di conseguenza qualcuno l'avra perso con la Primavera perché aggregato con l'U23. Anche qui non è facile, è chiaro noi siamo qui a parlarne, però bisognerebbe sedersi e focalizzarsi anche su questo tipo di problema".

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