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Milan, Giroud: “Voglio giocare di più. Scudetto? Certo che ci crediamo!”

Renato Panno

Olivier Giroud, attaccante del Milan, ha ai microfoni di Carlo Pellegatti per 'StarCasinòSport'. Queste le dichiarazioni

Olivier Giroud, attaccante del Milan, ha ai microfoni di Carlo Pellegatti per 'StarCasinòSport'. Queste le dichiarazioni: "Sono stato orgoglioso di firmare per il grande Milan, perché ne sono un tifoso e perché ci sono tanti francesi che hanno giocato, fatto bene e vinto in rossonero; come Papin, che è uno dei miei giocatori preferiti".

Sulla sua carriera: "Ho firmato a Montpellier a 23 anni. Ero fiero di giocare in Ligue1. Non ero pronto magari per giocarci prima... Ogni giocatore ha bisogno del suo tempo per arrivare al top, io sono fiero dei miei passaggi per arrivare in Ligue1".

Da piccolo hai studiato danza... "Magari sì, perché ho fatto scuola di danza... Mi aiuta ad avere stabilità e flessibilità. Ho studiato Scienze Motorie all'università a Grenoble: di mattina facevo allenamento, il pomeriggio studiavo; incontravo così gente di diversi orizzonti per aprire la mente".

Sul suo soprannome: "Mi chiamavano 'calzino' in francese, deriva da 'Balla coi lupi'. Io ero un po' come un lupo...".

Sulla sua fede: "Ho una frase del Salmo 23 tatutata sul braccio. Volevo marcare sulla mia pelle la mia fede: è molto importante per me. A 20 anni volevo fare il tatuaggio, lo dissi a mia madre e lei mi disse di scrivere una frase importante della Bibbia".

Sulla Francia Campione del Mondo: "A 10-11 anni dicevo ai miei amici che un giorno avrei vinto il Mondiale. Era il sogno di tutti i bambini. Loro mi hanno ricordato di ciò il giorno prima della finale. Dopo la finale è difficile tornare a lavorare e allenarsi, ma una frase che mi aiuta è che il calcio è un continuo inizio. La determinazione è importante, volevo vincere ancora più trofei. Mai mollare".

Su Pioli e Wenger: "Loro sono diversi. Wenger era un allenatore molto esperto, molto molto calmo: raramente si arrabbiava o urlava. Pioli per fare le cose bene e giocare il nostro calcio ci mette tanta passione, ha temperamento; gli piace parlare forte per infonderci motivazioni e le idee di gioco. Sono molto diversi, ma mi piacciono entrambe le personalità".

Su Giroud e Inzaghi: "Solo i numeri restano? Sì, per un attaccante i numeri sono molto importanti e si viene valutati sui numeri. È ciò che si ricorda a fine stagione. Voglio, però, aiutare la squadra: non sono egoista; oggi è troppo importante per una squadra avere un attaccante che fa le cose che la gente non vede: dal pressing alle corse per dettare il passaggio, aprire gli spazi... È un ruolo più globale rispetto ai numeri, ma alla fine tutti guardiamo i numeri".

Su Ibrahimovic: "Idolo? Non mi piace questa parola, perché il mio idolo è Gesù Cristo. Ammiravo Shevchenko e Ibrahimovic, ma non gliel'ho ancora detto a Zlatan... A 20 anni lui era già il top; non comprai la sua maglia, ma i miei amici me la regalarono. Magari me la farò firmare da Ibra...".

Sul 'vero' Giroud: "I tifosi hanno visto il vero Giroud, ma so che posso fare ancora di più per aiutare la squadra. Adesso vorrei giocare di più. Il mister fa le sue scelte, ma io sono pronto e mi sento molto bene fisicamente. Sono pronto a realizzare i nostri obiettivi. So che ho bisogno di segnare di più".

Credete allo Scudetto?: "Sì, certo. Ora abbiamo un'importante partita contro l'Inter. Se vinciamo abbiamo una buona opportunità di esserci alla fine. Ho giocato e segnato nel primo derby contro il Tottenham, era una cosa troppo importante per i tifosi dell'Arsenal".

Sull'obiettivo personale del 2022: "Il mio primo obiettivo è di vincere lo Scudetto con il Milan, poi ciò che verrà viene di conseguenza... È un bonus per me, ho nella testa solo il Milan e la mia famiglia". Le Top News di oggi sul Milan: intervista esclusiva, recupero Tomori, rinnovo Bennacer e tanto altro

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