Ibrahimovic, che segue il Milan per conto di RedBird, ha parlato di questa sua nuova avventura rossonera. Ecco le sue parole
Dopo e prima di essere stato giocatore del Milan è stato una stella negli Stati Uniti e ora Zlatan Ibrahimovic torna negli USA da dirigente rossonero. In realtà è un dirigente di RedBird, ma segue il Milan da vicinissimo. Da ieri i rossoneri sono negli States per una serie di amichevoli prima dell'inizio del campionato e Ibrahimovic è partito al seguito della squadra. Oggi è stato ospite, insieme a Christian Pulisic, statunitense classe 1998, di CBS Morning, uno dei programmi mattutini più seguiti degli Stati Uniti in TV. Ha parlato di tante cose. Ecco le sue dichiarazioni.
Quanto preferisce il ruolo da dirigente rispetto a quello da giocatore da 1 a 10: "Giocare a calcio è più semplice rispetto a quello che sto facendo oggi, ma sto imparando. Sto attraversando una fase di apprendimento, sono umile. È un'angolazione differente rispetto a quello a cui ero abituato, ma ho ottimi professionisti attorno a me, quindi..."
Se la parte difficile è dire ai giocatori di giocare bene e non lo fanno: "Fino a quando vincono mi va bene. Il problema è quando iniziano a perdere. Siamo venuti con un'atteggiamento diverso, ma va bene. Il problema è che io non posso influenzare il gioco, come facevo prima, quindi devi trasferire il tuo atteggiamento, la tua mentalità, la tua esperienza negli altri giocatori, ma stanno lavorando bene".
Sul suo personaggio sicuro di sé: "Sono un "bullettproff mind" (mente antiproiettile ndr). Zlatan sono io, non è un personaggio. Molte persone mi chiedono spesso se io reciti, ma no. Quello che vedi sono io. Da dove vengo era importante essere sicuri di sé, dovevi vedertela da solo e dimostrare a te stesso di essere il migliore, ma non solo nel calcio o in qualsiasi cosa io abbia fatto, come a scuola. Io penso che sia importante, perché quando entri in questo mondo, il 50% è una questione di testa".