
L'edizione odierna de La Gazzetta dello Sport, apre con la lunga intervista di Zlatan Ibrahimovic, calciatore del Milan. Ecco le sue parole.
INTERVISTE
L'edizione odierna de La Gazzetta dello Sport, apre con la lunga intervista di Zlatan Ibrahimovic, calciatore del Milan. Ecco le sue parole.
Sul ritorno: "Sto bene, miglioro ogni giorno seguendo i protocolli. Mi manca il Milan come io manco a loro, da fuori non è la stessa cosa. Sono vicino alla squadra, vivo la partita con adrenalina ma voglio stare in campo".
Sulla Supercoppa contro l'Inter: "Non c'è un calendario per il rientro sbaglierei a fissare una data precisa. Fosse per la voglia sarei stato titolare alla prima di campionato, ma non ragiono più così. Non posso stare in campo e magari camminare. Se ci sono devo incidere, sennò meglio panchina o tribuna".
Sulla panchina: "Non ho più l'ego di dieci anni fa. Oggi sono più maturo, più responsabile. Non penso più di poter fare tutto da solo: rispetto le scelte, anche se non mi dovessero premiare".
Sul ritiro dopo lo Scudetto: "Ho ancora adrenalina, voglio l'emozione del pubblico e l'odore del campo. Non mi accontento voglio fare di più. Mi sento vivo. Mi sono operato per giocare e stare bene: negli ultimi mesi della scorsa stagione ho sofferto molto in silenzio. Non volevo portare negatività alla squadra".
Sugli obiettivi: "Tutti. Se sono qui è perché ci credo. Campionato, Coppa Italia, Supercoppa, Champions: vogliamo tutto. Mollare un obiettivo, significa mollarli tutti. E la nostra mentalità non è più questa. Non ho sogni, solo obiettivi. I sogni lasciamoli agli altri: noi facciamo. Tutto è possibile, il calcio lo insegna. Accadono cose che mai ti saresti aspettato. Guardate il Marocco ai Mondiali: anzi no, Zlatan lo aveva detto che il Marocco era forte e che Amrabat era davvero bravo. Il Milan ha un collettivo molto, molto forte. Altre squadre, e lo abbiamo visto contro il Chelsea, magari hanno più individualità e di certo più esperienza. La nostra forza è il gruppo. Ci crediamo, lavoriamo per questo: siamo più maturi, più consapevoli, abbiamo più giocatori che oggi possono fare la differenza. E chi c’era l’anno scorso ora sa cosa serve per vincere".
Sulla rimonta Scudetto: "Al momento siamo secondi il Napoli è forte Kvaratskhelia il giocatore che più mi ha impressionato. ma anche inter e juventus stanno rientrando. Noi siamo li, sarà decisiva la seconda parte di stagione. Questo è un anno troppo particolare con la sosta invernale per i Mondiali".
Sulle differenze nel Milan: "Nel 2020 era tutto diverso qui. Non mi sembrava una squadra pronta per lo scudetto. Oggi ha fame voglia e spirito di sacrificio. Vogliamo solo vincere ora c'è un gruppo e Pioli è stato bravissimo il suo lavoro è credibile convncente".
In campo contro l'Inter?: "Spero di essere in campo, non ho nulla da dire a Lukaku. Spero che ci sia, stessa cosa per me. Il penso a me: loro devono avere paura. E il record della Champions non mi interessa. Voglio segnare".
Su Giroud: "Effettivamente lui non lo dirà mai ma io sono il suo idolo... Olivier è un grande, è fondamentale per noi. È stato importantissimo l’anno scorso, quando io non c’ero, ed è decisivo anche quest’anno. E come gli riesce bene con il Milan, lo stesso succede con la Francia. È una persona fantastica, seria, elegante. E un professionista eccellente. È un altro che ha ben chiari i suoi obiettivi: sa che può ancora determinare, e va avanti. Se non ne fosse più convinto farebbe lui un passo indietro".
Su Leao: "Leao per noi è molto, molto importante. È uno di quelli che sta facendo la differenza. È stato il miglior giocatore della Serie A l'anno scorso, sta bene. Facendo un'altra scelta, bisogna ricominciare da zero. Non è sicuro che uno sia pronto o maturo per questo, quando è arrivato qua non era un giocatore che faceva la differenza. Poi è cresciuto e adesso ha grande fiducia. Il mister gli dà anche grande libertà di fare ciò che vuole. Queste situazioni in un altro club non è che si verificano subito: dipende da te, devi crearle queste situazioni. Da noi invece sta bene, sorride sempre, anche prima di fare gol. Deve continuare a stare bene, questa è la cosa più importante. Per le cose extra-campo, purtroppo, noi colleghi possiamo fare poco, ognuno deve pensare al suo".
Sulla possibilità di arrivare al suo livello: "Lui è giovane ed è cresciuto più di tutti. De Ketelaere è forte e serve pazienza. Ma Leao è di un altro livello, sopra la media. Gli manca uno step: lo farà solo quando si convincerà pienamente delle sue capacità. Non sa quanto è forte. A quel punto farà paura e il prezzo salirà".
Sul futuro da allenatore: "Ora non ci penso. Allenare è una grande responsabilità. Essere stati grandi giocatori non garantisce nulla. Non loè stato per Zidane o Guardiola e non lo sarebbe per me. Non ci sono vantaggi, servono studio e step dopo step". Calciomercato Milan – Il Chelsea non molla la presa per Leao
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