Jürgen Klinsmann, ex centravanti nerazzurro, ha parlato di Milan-Inter, finale della Supercoppa Italiana di Riyad (Arabia Saudita) ma non soltanto in un'intervista esclusiva a 'La Gazzetta dello Sport' oggi in edicola. Queste, dunque, le dichiarazioni del tedesco.
INTERVISTE
Klinsmann: “Milan tosto. L’Inter vincerà la Supercoppa solo se …”
Milan-Inter, le parole di Klinsmann sulla finale di Supercoppa
—Sulla partita di domani: «Il Milan è tosto, ma basta averlo come rivale per motivarsi: questa Coppa l’Inter la vince solo se sfrutta al massimo le sue punte».
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Sulla Supercoppa Italiana vinta in nerazzurro nel 1989: «Certamente. Trapattoni mise in campo, giustamente, i ragazzi che avevano vinto lo scudetto dei record e io sono rimasto fuori. Il trofeo me lo assegnano gli almanacchi solo perché facevo parte della rosa: non posso togliermelo, ma non lo sento certo mio ...».
Su quanto è importante la Supercoppa per raddrizzare il cammino anche in Serie A: «È importante per prendere il giusto slancio dopo la pausa: gli effetti del Mondiale sulle squadre non sono ancora chiari, non si può dare niente per perso. Certo, il Napoli con la Juve è stato uno spettacolo meraviglioso. Dopo quella partita ho scritto in chat ai miei amici interisti in Italia una sola cosa: “È il loro anno...”. Per questo, se c’è la possibilità di vincere qualcosa di diverso, va presa al volo. Tra l’altro, l’Inter ha una rosa di livello internazionale e in Champions ha mostrato una mentalità europea: magari non è l’anno del campionato, ma è quello dell’Europa ... ».
Sull'Inter distante 10 punti dalla vetta: «A metà anno 10 punti di distanza non me li aspettavo. Sono tanti, ma è come se ancora l’Inter non fosse esplosa definitivamente. Da tifoso, dico che è normale che il popolo nerazzurro chieda di più. Conoscendo San Siro, so quanto sa trascinarti ma so anche quanta pressione può metterti ...».
Sul fatto se sia valsa la pena di riprendere Romelu Lukaku: «Sì, perché abbiamo ancora il tempo per vedere il Romelu di una volta. Ha avuto troppi problemi e, con il suo fisico, se non sta davvero al 100%, fa inevitabilmente fatica. Finora non è stato al top e ha pure vissuto una grande delusione col Belgio al Mondiale. Adesso, però, tocca solo a lui: deve fare di più, ha la responsabilità e il dovere di segnare e fare felice il popolo nerazzurro che lo ama. Certo, se entrasse e decidesse la Supercoppa a Riyad, cambierebbe anche la sua stagione. Tra l’altro, Dzeko dietro di lui è una garanzia assoluta: con Edin il posto lo devi sudare».
Su Edin Dzeko così affidabile a quasi 37 anni: «Più gli danno del vecchio e più Dzeko segna ... È difficile tenerlo fuori, anche perché è il giocatore che tutti vorrebbero: un talento puro e generoso. Se gioca così alla sua età è per la professionalità che dimostra ogni giorno: nel calcio niente avviene mai per caso».
Su quanto cambia una carriera vincere i Mondiali: è capitato a lui come a Lautaro Martínez: «Quando torni nel club, si azzera tutto, anzi devi subito dimostrare di aver meritato questo grande onore. Mi ricordo quando noi tedeschi rimettemmo piede ad Appiano: i compagni italiani erano ancora delusi, mentre noi avevamo una responsabilità maggiore. Ora da Lautaro mi aspetto che ogni settimana dimostri di essere un vero campione del mondo».
Su cosa fare con Robin Gosens che non carbura: «Robin non deve andarsene, non serve vada in prestito altrove. Deve solo combattere per il posto perché è un giocatore del livello dell’Inter: su questo non ho dubbi. Troverà i suoi minuti, anche perché Dimarco è un’arma tattica e si può usare in diversi ruoli».
Su Milan Skriniar che può andare via a parametro zero: «Mi auguro si trovi una soluzione presto, che ci sia una parola definitiva. Lui ha il diritto di scegliere per la propria carriera e anche l’Inter prenderà le proprie decisioni. Ma sono sicuro che Skriniar fino all’ultimo giorno onererà la maglia e la fascia. Già da Riyad contro Leao». Mercato Milan, Pioli: "Questa è una bomba". La rivelazione del mister >>>
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