Sulla distinzione del nome dello stadio, 'Meazza' quando gioca l'Inter e 'San Siro' quando gioca il Milan: "Pensate che qua in Spagna dove vivo da tanti anni, gli appassionati di calcio sono fermamente convinti che vi sia questa differenza di nomi ovvero che se gioca l’Inter si chiami “Giuseppe Meazza” mentre se gioca il Milan si chiami “San Siro”. Credo che sia una cosa figlia di un’informazione sbagliata. E io, tutte le volte, devo spiegare che il nome ufficiale è Meazza mentre San Siro è il nome storico. Ma nonostante tutto, non riesco a fargli cambiare idea. È come se una piazza italiana cambiasse nome in base ai giorni della settimana. È una cosa curiosa".
"Il derby a Milano è una cosa unica"
—Sulla possibilità che sorga un nuovo stadio condiviso, in zona San Siro, accanto al Meazza, che sarebbe parzialmente demolito: "Come dicevo prima, io sono un tifoso dell’impianto attuale. Sarei felice se Milan e inter acquistassero l’impianto evitando di andare via da Milano. Come piano B, se proprio il Meazza attuale dovesse essere demolito, anche in parte, uno stadio accanto a quello storico sarebbe comunque una buona soluzione. Anche perché la zona, ormai, fa parte dell’immaginario popolare milanese, italiano, europeo e mondiale per quanto riguarda il calcio a Milano. E poi il derby a San Siro è una cosa unica, non me lo immagino altrove".
Sul nuovo stadio condiviso a San Siro che potrebbe mantenere il nome di suo nonno: "Se mi piacerebbe? Ovviamente si".
Sul ricordo che lo lega a suo nonno Giuseppe quando andava a San Siro con lui: "Io sono interista e c’è un aneddoto divertente, ma per noi nerazzurri anche un po’ amaro. Mio nonno aveva l’abitudine di andare via dieci minuti prima del fischio finale. Eravamo a vedere il derby di ritorno del campionato 1978-79. L’Inter vinceva 2-0 con gol di Oriali e Altobelli, noi andammo via come sempre dieci minuti prima della fine e, purtroppo, dal boato dello stadio fuori avevo capito che il Milan aveva pareggiato in quei minuti (doppietta di De Vecchi con gol all’80’ e all’89’). È una cosa che oggi ricordo sorridendo, ma da bambino mi fece piangere molto. Alla fine di quel campionato, poi, il Milan vinse la stella". LEGGI ANCHE: Simic: “Addio al Milan senza rimpianti. Ma quante s*****ate scritte” >>>
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