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Milan, Jovic ricorda la malattia della sorella: “Volevo essere un vincente come lei”

Luka Jovic AC Milan Serbia
Luka Jovic, attaccante del Milan, a Tribune Football Players rivelando alcuni retroscena in particolare sulla malattia della sorella
Emiliano Guadagnoli Redattore 

Luka Jovic, attaccante del Milan, impegnato agli Europei con la Serbia, ha parlato al Tribune Football Players rivelando alcuni retroscena sulla sua vita in particolare sulla malattia della sorella. Ecco le parole tradotte riportate da calciomercato.com. 

Milan, Jovic cuore d'oro: le parole sulla malattia della sorella

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"Quando avevo 9 o 10 anni mia sorella si ammalò gravemente. Questo fu il momento che segnò la nostra vita. I medici scoprirono che aveva la leucemia, entrò ed uscì dall'ospedale per molto tempo. Mia madre dovette smetter di gestire il supermercato per occuparsi di lei. Per un anno intero la nostra famiglia fu divisa. Io vivevo con mio padre e mio nonno, andando e tornando dagli allenamenti con la Stella Rossa. Mia mamma stava con mia sorella. E' stato un periodo difficile. Un giorno, mentre mi accompagnava a casa dall'allenamento, mio padre si fermò a prendere mio zio e mio cugino. All'inizio non capivo cosa stesse succedendo, ma poi ho capito che stavamo facendo una grande festa. Tornammo a casa e mia sorella indossava una corona di carta, come se festeggiasse il suo compleanno. Ci dissero che era guarita. E' stata una situazione incredibile. Quando mia sorella ha sconfitto la malattia mi ha dato la carica per avere successo. Volevo essere un vincente come lei. Il mio sogno, come quello di tutti i bambini di Batar, era giocare per la Stella Rossa, segnando nell'Eternal Derby".


Milan, Jovic sulla sua vita

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"Sono cresciuto in un posto chiamato Batar. Quasi tutti gli abitanti del villaggio lavorano nell'agricoltura e se chiedete loro in cosa credono, vi diranno due cose: 'Lavorare sodo e sognare in grande'. Mio padre aveva un supermercato, ma se aveva un anno negativo, si faceva aiutare con un prestito bancario per continuare a portarmi agli allenamenti. Mio zio lavorava in Russia, ma quando avevamo bisogno economicamente ci aiutava sempre, Le famiglie serbe sono molto speciali, unite". LEGGI ANCHE: Calciomercato Milan - No Zirkzee? Spunta il nome di Solanke

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