INTERVISTE

Altafini: “Milan-Juventus, garanzia Giroud. Avrei voluto giocare con Leao”

Daniele Triolo Redattore 

José Altafini, ex attaccante di Milan e Juventus, ha parlato del match di questa sera a 'San Siro'. Ecco le sue dichiarazioni a 'Tuttosport'

José Altafini, ex centravanti di Milan (1958-1965) e Juventus (1972-1976), ha parlato della partita di questa sera a 'San Siro' tra rossoneri e bianconeri in un'intervista in esclusiva per 'Tuttosport' oggi in edicola. Ecco, dunque, le dichiarazioni dell'ex giocatore sia della Nazionale brasiliana sia di quella italiana.

Milan-Juventus, Altafini ha presentato così il match di 'San Siro'

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Su Milan-Juventus come un match da Scudetto: «È presto. Questo Milan-Juve non sarà decisivo per la vittoria del campionato. Gli scontri diretti non determinano mai chi arriva primo. Lo scudetto si vince contro le piccole: in quelle partite si perdono punti pesanti, che fanno poi la differenza all’interno di una stagione».

Sulle sue candidate per il titolo: «Metto le due milanesi e la Juve. Il tricolore quest’anno non uscirà dalla Milano-Torino».

Su Massimiliano Allegri che parla di obiettivo quarto posto per la Juventus: «La Juve sta facendo abbastanza bene. La vedo molto solida dietro e davanti ha comunque giocatori importanti. Possono dire la loro fino alla fine anche per il primo posto».


Su Giuseppe Marotta e Stefano Pioli che vedono la Juve favorita per il titolo non avendo le coppe: «Per nulla d'accordo. Non partecipare alle coppe non è così determinante. Quello che conta è non perdere troppi giocatori per infortunio e quelli li sta avendo anche la Juventus, perciò alla fine giocare o meno la Champions League conta poco da questo punto di vista».

Su Olivier Giroud: «Spesso il francese non si nota all’interno della partita, ma i grandi goleador sono così. Possono giocare 89 minuti male, poi arriva mezza palla buona e fanno gol. Quando gli capita un’occasione, Giroud va sempre segno. È una garanzia».

Sul paragone tra Giroud e lui nei suoi anni alla Juventus: «È vero. Entravo a gara in corso dalla panchina, toccavo un paio di palloni e facevo gol. Che soddisfazioni a 35 anni suonati …».

Su Dušan Vlahović: «Vlahović merita fiducia, ha le stimmate del grande attaccante e importanti potenzialità. Deve però diventare più continuo, uno da un gol a partita».

Sul giocatore con cui gli sarebbe piaciuto giocare dei 22 in campo stasera: «Scelgo Rafael Leao. Dribbla e salta l’uomo, ormai lo fanno in pochi nel calcio di oggi. Il Milan deve affidarsi a lui e puntarci forte. Rafa fa la differenza. In questo momento è il migliore giocatore in Serie A. Solo altri due-tre sono decisivi come lui: Romelu Lukaku e Lautaro Martínez. Sono tra i pochi a essere determinanti da soli. Non cito Victor Osimhen solo perché adesso è infortunato, ma voglio dire una cosa. Questi cannonieri devono restare in campo tutta la partita, a loro basta mezza occasione per creare la giocata decisiva e farti vincere la gara. Mi sembrava inspiegabile che spesso Rudi Garcia togliesse il nigeriano durante il secondo tempo e con il risultato del Napoli ancora in bilico …».

Sul difensore di Milan o Juventus che avrebbe potuto creare grattacapi all'Altafini attaccante: «Dico Fikayo Tomori. È ritornato ai livelli dell’anno dello Scudetto dopo qualche mese in chiaroscuro».

Sulle quali assenze peseranno di più tra quelle di Mike Maignan e Theo Hernández nel Milan e di Danilo e Nicolò Fagioli nella Juventus: «Sono tutti giocatori importanti, ma quelle di Maignan e Theo sono più determinanti. E questo può alla lunga aiutare la Juve a far risultato stasera».

Su Arkadiusz Milik dal 1' con Vlahović: «Il polacco e Vlahović possono coesistere, li vedo bene come coppia. Milik, quando gioca risponde sempre presente. Sia dall’inizio sia come subentrante. E poi fare gol è come andare in bicicletta, non si dimentica mai …».

Sulla differenza c’è tra la Juventus di oggi e quella dei suoi tempi: «Nella Juve di oggi manca il carisma degli Agnelli. Mi riferisco all’ironia dell’Avvocato Gianni Agnelli e all’intuito del Dottore Umberto. Erano figure uniche. Per il resto, oggi come allora, la Juve è un punto di riferimento per tutti, così come il tifoso bianconero resta sempre appassionatissimo e presente dappertutto». Centrocampista: Milan, una super occasione per gennaio >>>


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