Su come l'ha visto in questi giorni: “Lui ha un pregio che è anche un difetto, e io peraltro sono come lui: non lascia trasparire particolarmente le sue emozioni, il suo atteggiamento è assolutamente identico in qualsiasi circostanza. Anche perché, a ben guardare, non è successo nulla. Comunque certo, stavolta c’è una situazione fuori dall’ordinario, e per un calciatore riuscire a gestire l’aspetto emotivo è molto importante”.
Su come reagirebbe Lapo Nava qualora dovesse giocare in Milan-Juventus stasera: “Immagino che, al netto della sua freddezza, per lui sarebbe molto emozionante. Per quanto riguarda me, mi siederei su una poltrona e direi ‘okay, ora vediamo cosa succede’. Come se fossi al cinema, curioso di vedere quanto sarebbe bello quel film. Certo, sarebbe una cosa splendida poter vivere un interrogativo del genere, perché si è lavorato tanto nel settore giovanile per arrivare pronti a questo tipo di situazioni”.
Su Siniša Mihajlović che fece debuttare un giovanissimo Gianluigi Donnarumma tenendo in panchina Diego López: “Intanto iniziamo col dire, e lo dico con l’occhio dell’allenatore, che in una partita del genere il fattore esperienza conta molto, forse più della tecnica. Antonio Mirante ha accumulato un’esperienza straordinaria e questa è una partita in cui l’esperienza avrà un peso. Ma ci sono anche quegli allenatori che dicono ‘è giovane, vale, perché no?’”.
Su quante emozioni gli ha suscitato la promozione di Lapo in Prima Squadra: “Lapo aveva terminato il suo percorso nelle giovanili e le opzioni erano due: andare a giocare in prestito o restare in prima squadra. C’è stato un confronto con il club, che ha suggerito la seconda opzione e anche io, in base alla mia esperienza e conoscendo mio figlio, ho ritenuto che fosse più opportuno rimanere per completare il suo percorso di formazione. Ovviamente d’accordo con lui. Una scelta condivisa, insomma. Vederlo nell’organico della prima squadra è una bella sensazione”.
Sulle lezioni del professor Mike Maignan: “Lapo ha la fortuna di avere la mamma francese e aver frequentato la scuola francese, quindi il rapporto con Maignan è sbocciato immediatamente. Gli faceva anche da traduttore e Mike l’ha preso sotto la sua ala. Quando andai a Milanello dissi a Maignan ‘prendilo sotto la tua custodia e fagli capire cosa significa fare il professionista’. Lui mi rispose di non preoccuparmi”.
Su quanto parla di 'lavoro' con Lapo: “Il mio principale suggerimento, che non gli ripeto tutti i giorni, è che il lavoro supera il talento. In generale ritengo che il genitore non debba interferire, se non quando mi viene richiesto un parere. Non sono io ad andare da lui, ma ci sono volte in cui mi chiede una riflessione. E allora in quel caso gli offro la mia esperienza, anche e soprattutto sotto l’aspetto critico”. Centrocampista: Milan, una super occasione per gennaio >>>
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