Pierre Kalulu, difensore del Milan, ha rilasciato un'intervista in esclusiva ai microfoni di 'Repubblica' oggi in edicola. Ecco, dunque, le sue dichiarazioni più interessanti.
INTERVISTE
Kalulu: “La Champions appartiene all’identità del Milan. Sullo stadio …”
Milan, le parole di Kalulu a 'Repubblica'
—Sulla stagione del Milan in Serie A: “Qualificazione in Champions con il Milan al 98%”.
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Sul ritorno degli ottavi di finale di Champions League: "Sarà difficile in casa del Tottenham, ma è un torneo che appartiene all'identità del Milan".
Sulle differenze tra il calcio che si gioca in Serie A e quello che si gioca in Champions: "Io non sono cresciuto in Italia, parlerei di gioco moderno, offensivo, di molta corsa, di intensità nei duelli: 20 minuti di Champions sono più intensi".
Sul calcio in Serie A: "Tattico? Dipende da chi affronti, però è vero che gli allenatori fanno più attenzione alla fase difensiva. In Francia si difende più in blocco, qui più individualmente, uno contro uno, il che a volte è più un rischio. Però partite contro Napoli e Inter sono sempre le più europee".
Sulle differenze tra Serie A e Premier League: "Ti senti allo stesso livello ma il ritmo deve essere più alto, è tutto più veloce, cambia il tempo effettivo e sul campo lo senti. Quanto ai soldi, aiutano, ma non è il prezzo che fa il talento".
Sul suo arrivo al Milan: "Ero in seconda squadra al Lione, Maldini e Massara in videochiamata mi dissero cose entusiastiche sul mio modo di giocare: poteva dirmele solo chi mi aveva osservato a lungo. Questo mi ha lusingato. Per quanto facessi finta di niente, era molto bello: mi dissero che il Milan mi avrebbe aspettato 2 mesi, 6 mesi, 1 anno, 1 anno e mezzo".
"Tony Parker mi chiamò per farmi restare a Lione"
—Su Tony Parker, ex star NBA, che provò a convincerlo a restare in Francia: "Mi ha videochiamato dagli USA: pensavo di avere le allucinazioni, tre quarti d'ora di colloquio. Lui mi dice: conosco il tuo talento, la scelta è tua. Avere il suo numero in agenda non è da tutti".
Sul suo trasferimento al Milan per soli 480mila euro: "La cifra non mi ha mai condizionato. Quei soldi non sono finiti nelle mie tasche e non sta a me dire se qualcuno ha fatto un colpo e qualcun altro un errore. Però sono orgoglioso di essermi dimostrato più forte di quanto la gente pensasse".
Sulla possibilità che il Milan costruisca un nuovo stadio: "A Lione si è passati dal vecchio Gerland a uno stadio futuristico. San Siro è diverso, ma se il club decide di abbandonarlo, vuol dire che ne abbiamo bisogno. Se ce ne sarà uno nuovo spero di vederlo prima di lasciare Milano".
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