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Milan, Kalulu: “Sono contento. Mi sento perfezionista e voglio migliorare”

Pierre Kalulu AC Milan Cremonese-Milan 0-0 Serie A 2022-2023
Kalulu, che ha appena rinnovato con il Milan, ha rilasciato alcune dichiarazioni in cui ha esposto tutta la propria gioia per la firma.

Stefano Bressi

Un altro rinnovo in casa Milan è opera compiuta, stavolta è stato Pierre Kalulu a firmare un nuovo contratto con i rossoneri. La firma è arrivata fino al 2027, ovvero la durata più lunga possibile. Il francese classe 2000 era arrivato nell'ombra a parametro zero, ma in breve si è preso la difesa del Milan diventando una colonna della squadra di Stefano Pioli grazie a una grande mentalità e a caratteristiche ottimali: qualità, velocità, fisicità e duttilità. Kalulu è il prototipo del difensore del futuro. Ai microfoni dei canali ufficiali rossoneri, Kalulu ha parlato così.

Sui primi anni a Milano: "Mi trovo molto bene, con i compagni siamo come una famiglia. Ci sono tanti francesi che ti facilitano la vita. Poi quando vinci lo Scudetto sei felice, fiero e orgoglioso di questa maglia".

Quanto è contento: "Tanto, tantisimo".

Sull'affetto dei tifosi: "Anche nella vita, quando le persone che ti sono attorno ti amano è bello. Lo sento anche con la gente per strada quando esco. Quando senti questo amore sei più tranquillo e hai sensazioni positive".

Quanto vuole migliorare: "Per me far bene è la normalità. So quando faccio le cose bene e quando no. Sono perfezionista. Posso fare di più, la partita perfetta non esista e posso sempre migliorare".

Quando ha capito di poter essere titolare: "Quando sei un giocatore del Milan, per te sei già un titolare. Nessuno è felice di essere in panchina. Quando arrivi qui se sei competitivo e vuoi migliorare l'obiettivo è quello. La verità però la dice il campo e devi dimostrare di poter essere titolare. Per me è più mentalità e mi ci sono sentito sempre di più".

Se pensava di andare ai Mondiali e se le assenze creano problemi negli automatismi difensivi: "È vero che ci speravo, volevo far parte di questo gruppo che ha vinto i Mondiali ed è la migliore del Mondo, ma spero di esserci la prossima volta. Sono contento di Theo Hernandez e Giroud, spero che Maignan torni presto. Sono un tifoso da casa e quando sono qui sono contento di essere con loro. Capisco i dubbi sugli automatismi, ma per me è strano. Tutti facciamo le prove in allenamento, sappiamo che può giocare uno o un altro. Abbiamo un sistema da seguire, sono i giocatori che devono farlo bene. Poi questo dà la possibilità a tutti di dimostrare chi sono. Anche io ho avuto questa fortuna. Se non cambiassimo io forse non sarei qui oggi. Pioli sa cambiare e poi sta a noi".

Che musica ascolta e il compagno con cui va più d'accordo: "Ascolto tantissime canzoni, ma sicuramente più francesi. Un po' di rap di più, ma se vedi la mia playlist c'è di tutto. Dipende dal mio umore. Ci sono tanti compagni con cui vado d'accordo, mi piace ridere sempre. Forse quelli che parlano più francese, come Bennacer, ma anche Rafael Leao oppure Alexis... Poi c'è Fikayo Tomori che sta imparando il francese".

Sul cambio di ruolo da terzino a centrale: "Mi ricordo quell'allenamento che ha sorpreso Pioli, era poco prima la partita di Praga e mi ha chiesto se giocassi da centrale. Io ho detto di sì, ma quando non hai mai giocato un minuto dici sì anche da mezzala".

I suoi obiettivi per questi cinque anni: "Prima di tutto la partita di domenica. Poi guardando più lontano si vuole sempre vincere, sembra banale, ma quando vinci una volta vuoi riprovare quel gusto. Dobbiamo fare di tutto in generale per raggiungere obiettivi come la vittoria della Champions League per esempio".

Che effetto fa parlare sempre con Maldini: "È una cosa molto simpatica poterci parlare ogni giorno. Quando sei dentro tutti i giorni non senti più questo effetto. Però quando parli con la gente la vedono come una cosa strana".

Se ha avuto un idolo: "Idolo è una parola grande. Però guardo tantissime partite e da piccolo guardavo tutti i difensori più forti. Però sinceramente mi piacevano tutti gli attaccanti, come Zidane e Ronaldinho, gli attaccanti. Mi affascinavano e li seguivo".

Sulla famiglia da calciatori: "Sì, giocano a calcio i miei fratelli. Uno è attaccante, un altro ha avuto un grande inizio di stagione e poi ne ho uno più piccolo".

Sull'importanza di Pioli: "È il primo che mi ha fatto giocare, sarà sempre importante per me. Mi ha dato fiducia e mi fa crescere tanto. Quando le cose non vanno bene ti aiuta tantissimo, puoi parlare di tutto, anche della tua vita. Ti aiuta sempre".

Un saluto ai tifosi: "Un saluto a tutti, voglio solo dire che li ringrazio per quanto ci sostengono tutti i giorni. Sia quando giochiamo bene e vinciamo e anche quando non vinciamo. Questo ci aiuta tanto, grazie. Siete incredibili".

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