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Milan, la domanda di Capello: “Chi comanda? In campo non ci sono leader”

Fabio Capello AC Milan
Intervenuto sulle colonne de La Gazzetta dello Sport, Fabio Capello ha parlato del Milan e del momento che vive la società rossonera
Francesco Aliperta Redattore 

Intervenuto sulle colonne de La Gazzetta dello Sport, Fabio Capello ha parlato del Milan e del momento che vive la società rossonera: "Penso al Milan, dove tutto mi sembra complicato: la catena di comando, esattamente, qual è? Se l’allenatore scelto a inizio stagione finisce per non convincere, se le strategie di mercato non hanno funzionato, dovrebbe essere possibile individuare una figura dirigenziale che quei giocatori e quell’allenatore li ha scelti, invece in casa rossonera non è ancora chiaro chi fa cosa. Ibrahimovic non è un dirigente ma un advisor della proprietà, eppure tempo fa ha detto che il boss è lui e che comanda lui".

L'ex tecnico rossonero ha poi continuato: "Tuttavia, le gerarchie nella scelta del nuovo ds sembrano andare in un’altra direzione, con l’ad Furlani in prima fila. Persino i tifosi sono in confusione, non sanno a chi dare davvero la colpa per una stagione che rischia seriamente di chiudersi senza un posto nella Champions che verrà. Maignan, Theo Hernandez, Leao, tutta gente che al Milan non è arrivata ieri e che in rossonero ha vinto uno scudetto: avrebbero dovuto tirare il gruppo e aiutare il proprio tecnico — Fonseca prima e Conceiçao poi — a plasmare la squadra, invece non solo non hanno preso in mano la situazione, ma hanno vissuto i loro peggiori momenti proprio in questa annata".


Infine, Capello ha concluso: "È probabile che su tutti e tre ci sia stato un errore di valutazione: si pensava che fossero dei leader ma non lo sono. Per questo il futuro appare persino più incerto del presente: il Milan dovrebbe cederli, voltare pagina e ricostruire attorno ad altri giocatori come Reijnders e Pulisic o può ancora fare affidamento su di loro?".

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